Sono tre i punti salienti che innervano la questione di Piazza Cardinal Pacca e che fanno ritenere la faccenda ben lontana dall’essere chiusa così come ha ritenuto l’Amministrazione cittadina. Il primo è costituito dalla interrogazione parlamentare prodotta dall’On Rubano oggi pomeriggio a Montecitorio. E’ stata una iniziativa che rompe gli steccati prettamente locali della vicenda e la proietta in un ambito nazionale che ora, presumibilmente, potrebbe imprimere pressione e accendere più riflettori nella direzione di una sempre meno probabile giubilazione degli importanti ritrovamenti. Fino ad ora l’Amministrazione, che non pensava di poter trovare così grosse resistenze, si è sempre schermita e specialmente dopo avere incassato il niet sullo stazionamento dei bus e sull’infopoint invasivo.
“Non ci sono denari per proseguire”, il punto di difesa di Palazzo Mosti, ed un generico riferimento ad altrettanto generiche richieste al Ministero, Mastella ha preannunciato la visita di Sangiuliano per dicembre. L’interrogazione di Rubano irrita e parecchio Mastella che oggi rispondendo a qualche domanda si era detto dispiaciuto di talune prese di posizione del Ministero, non proprio positive, nei confronti della Soprintendenza che in tutta questa storia dovrà però smarcarsi da taluni balbettii e cominciare a dare qualche segnale di autonomia che finora si è palesato solo a tratti.
Il secondo è senza dubbio la manifestazione del pomeriggio con la presenza di eminenti rappresentanti del mondo della politica, della cultura, della società civile. Un happening che testimonia la crescente attenzione verso questi ritrovamenti che se completati potrebbero portare a qualcosa di veramente straordinario. Diciamo subito che mancava all’appello Altrabenevento che, piaccia o meno, è motore di quasi tutte le denunce che si agitano in città e in assenza della quale poco o nulla si conoscerebbe. E la sua attendibilità è a prova di bomba visto che le inchieste che ha avviato non l’hanno vista mai sconfitta nelle aule di tribunale dove in parecchi hanno creduto di tarparne le ali. Ma di Altrabenevento e di Corona parleremo più “avaccio”. A Piazza Santa Maria quello che ha destato maggiore impressione è stata la presenza di taluni intellettuali finora assenti e la perdurante assenza di altri, impauriti da chissà quali conseguenze nefaste per la loro posizione.
Sarebbe stato interessante vedere il Professor Rotili, per esempio, oppure il Professor Iadanza, tanto per citare due figure autorevoli e prestigiose, che in tutti questi due mesi di dibattito hanno preferito mantenere un profilo assente e la loro azione sapiente avrebbe invece favorito una più completa conoscenza delle cose. E potrebbe ancora e di molto favorire la comprensione dei problemi solo che lo vogliano. E tuttavia, la manifestazione di oggi è stata importante, chi scrive ha parlato di compattamento dei fronti forse in maniera improvvida visto che mancava la presenza di Altrabenevento, ma quanto meno ha impegnato tutti ad un servizio permanente effettivo a tutela di un bene che riserva fascino e mistero e possibili scenari di portata internazionale e la conferenza dei servizi chiesta da Perifano è qualcosa su cui si potrà e dovrà lavorare.
Ma veniamo a Corona. Oggi non c’era, come largamente annunciato, e almeno fino al momento in cui siamo rimasti in piazza a nessuno è venuto in mente di evocarlo. Se lo avranno fatto in seguito noi non possiamo giurarci e saremmo passibili di smentita senza appello; se tanto da tanto però restiamo dell’idea che nessuno se ne sia premurato. Quello che possiamo affermare con certezza è che la nostra testata ha preso a frequentare la piazza dal giorno successivo i primi scavi e non l’ha mai più disertata, anche a scanso di qualche spiacevole circostanza. Ma non è questo il punto, il dato saliente è la cronica diffidenza tra chi dovrebbe e potrebbe fare fronte comune, che pure esiste ma dura lo spazio di un mattino.
Corona è tradizionalmente critico nei confronti di chi conduce un’opposizione che non incarna il suo modello, che è incalzante, ma è lapalissiano che sono gli altri ad inseguire lui e non il contrario e questo non solo sulle vicende di Piazza Cardinal Pacca; acqua, Bando Periferie, Tari, campo golf sono solo alcuni passaggi in cui l’apripista è stato Corona, non scherziamo. Carattere difficile, spigoloso, un solista che poco predilige l’azione di concerto? Molto probabile. In questo caso, forse, avrebbe voluto vedere qualcuno chiedere, che so, “chi e perché ha deciso di non eseguire lo scavo preventivo disposto dalla Soprintendenza e di non utilizzare sistemi di georadar; qual è l’atto del 26 aprile con il quale si prevedeva di scavare solo per una profondità di 20 (venti) centimetri sotto l’asfalto; chi e con quali motivazioni ha deciso di firmare comunque il contratto con la ditta per il Front Office che adesso potrebbe avanzare richiesta di risarcimento dei danni: cosa è scritto negli “Ordini di servizio” impartiti alla ditta che ha eseguito i lavori senza titolo; chi ha disposto di estendere fino ad oltre due metri lo scavo solo nell’area delle tombe; perché non è stato eseguito l’ordine di servizio del 28 aprile che prevedeva uno scavo in profondità a lato del pavimento in mosaico.”
Magari avrebbe anche voluto ricevere un invito da protagonista quale è e non lo avrà avuto e allora si organizza un appuntamento per conto suo il 3 luglio al Museo del Sannio, in casa di Rotili, dove promette la presenza di personalità autorevoli. In soldoni, si può azzardare di tutto anche che li detesti quasi quanto detesti chi comanda a Via Annunziata, se non con la stessa visceralità quasi, e per molti aspetti è largamente ricambiato e allora ci si dovrà rassegnare a percorsi distinti con qualche rara fase di convergenza. Mastella, al di là delle invettive e delle note affidate a zelanti amanuensi, sa molto bene che le rotture di zebedei ci sono ma sono circoscrivibili benchè lo mandino in bestia. I rischi più grandi quelli li può correre per mano di qualche suo triste epigono. Piazza Pacca docet.