Al Tribunale di Benevento stamane la firma del protocollo di intesa con l’Ufficio Locale di Esecuzione Penale Esterna, il Garante dei Detenuti della Regione Campania e la Rete “Sale della Terra”.
Obiettivo della firma quello di consolidare il percorso, frutto della collaborazione tra le realtà operanti nel mondo della giustizia penale e la Rete “Sale della Terra”, intrapreso dall’ULEPE a partire dal 2003,quando furono avviate le pratiche di inclusione sociale e lavorativa dei soggetti in esecuzione penale con progetti personalizzati, stabilendo le prime collaborazioni con le cooperative sociali del territorio, alcune delle quali poi confluite nella Rete “Sale della Terra”.
Sviluppare forme di collaborazione a tutela dei soggetti in esecuzione penale che necessitano di interventi di sostegno sociale nel loro percorso di reinserimento nella società civile disciplinata da regole di convivenza e dalla legge.
Entusiasta la presidente del Tribunale di Benevento Marilisa Rinaldi che accogliera’ le otto persone all’interno dell’ufficio giudiziario dell’Archivio del tribunale.
Realizzare programmi di intervento formativi, lavorativi e ricreativi di varia tipologia da realizzarsi in partenariato e finalizzato, nello specifico, alla sistemazione dell’Archivio presso il Tribunale di Benevento, mediante il ricorso a forme di collaborazione volontaria di persone sottoposte a misura alternativa alla detenzione.
Tale attività si inserisce nel solco della giustizia riparativa quale forma indiretta di riparazione all’illecito penale commesso. Il Garante dei Detenuti della Campania Ciambriello.
Di seguito il comunicato stampa del Garante detenuti Staff:
Si è tenuta stamattina la firma del Protocollo di Intesa tra il Tribunale di Benevento, l’UEPE, il Garante Campano dei Detenuti e la Rete “Sale della Terra”, con l’obiettivo di realizzare programmi di intervento formativi, lavorativi e ricreativi di varia tipologia da realizzarsi in partenariato e finalizzato, nello specifico, alla sistemazione dell’Archivio al Tribunale di Benevento. Tale attività si inserisce nel solco della giustizia riparativa quale forma indiretta di riparazione all’illecito penale commesso.
«𝑰𝒍 𝒔𝒆𝒏𝒔𝒐 𝒅𝒊 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒑𝒓𝒐𝒕𝒐𝒄𝒐𝒍𝒍𝒐 – ha dichiarato la d.ssa Marilisa Rinaldi, Presidente del Tribunale di Benevento – 𝒆̀ 𝒅𝒊 𝒄𝒐𝒏𝒔𝒆𝒏𝒕𝒊𝒓𝒆 𝒖𝒏𝒂 𝒑𝒐𝒔𝒔𝒊𝒃𝒊𝒍𝒊𝒕𝒂̀ 𝒅𝒊 𝒓𝒆𝒊𝒏𝒕𝒆𝒈𝒓𝒂𝒓𝒔𝒊 𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒂 𝒄𝒉𝒊 𝒉𝒂 𝒔𝒃𝒂𝒈𝒍𝒊𝒂𝒕𝒐. D’altra parte è l’articolo 27 che ce lo chiede e ce lo impone. L’informazione dovrebbe favorire il messaggio per cui la detenzione non è l’unica riparazione del reo, bensì educare colui che ha commesso un crimine è ciò che ne consente la risocializzazione. Dando dei piccoli segnali possiamo favorire il reinserimento di quante più persone possibili, rendendo un servizio alla società».
«La firma del protocollo prevede l’avvio di un progetto – ha preso la parola Marisa Bocchino, Direttore dell’Ufficio di esecuzione Penale Esterna – per cui ci saranno persone in esecuzione penale esterna che si occuperanno della sistemazione dell’archivio del Tribunale di Benevento. 𝑳𝒂 𝒄𝒐𝒎𝒖𝒏𝒊𝒕𝒂̀, 𝒊𝒏 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒆 𝒍𝒆 𝒔𝒖𝒆 𝒊𝒔𝒕𝒊𝒕𝒖𝒛𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒑𝒖𝒃𝒃𝒍𝒊𝒄𝒉𝒆 𝒆 𝒑𝒓𝒊𝒗𝒂𝒕𝒆, 𝒐𝒇𝒇𝒓𝒆 𝒖𝒏’𝒐𝒄𝒄𝒂𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒊 𝒓𝒆𝒊𝒏𝒔𝒆𝒓𝒊𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒔𝒐𝒄𝒊𝒂𝒍𝒆 𝒕𝒓𝒂𝒎𝒊𝒕𝒆 𝒍𝒆 𝒎𝒊𝒔𝒖𝒓𝒆 𝒂𝒍𝒕𝒆𝒓𝒏𝒂𝒕𝒊𝒗𝒆, 𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒊𝒂𝒏𝒐 𝒆𝒔𝒔𝒆 𝒂𝒕𝒕𝒊𝒗𝒊𝒕𝒂̀ 𝒍𝒂𝒗𝒐𝒓𝒂𝒕𝒊𝒗𝒆, 𝒅𝒊 𝒗𝒐𝒍𝒐𝒏𝒕𝒂𝒓𝒊𝒂𝒕𝒐, 𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒐𝒄𝒄𝒂𝒔𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒅𝒊 𝒕𝒊𝒑𝒐 𝒓𝒆𝒍𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒂𝒍𝒆, 𝒎𝒂 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐 𝒆̀ 𝒖𝒕𝒊𝒍𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒊𝒍 𝒓𝒆𝒊𝒏𝒔𝒆𝒓𝒊𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒊𝒏 𝒔𝒐𝒄𝒊𝒆𝒕𝒂̀ 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒆 𝒔𝒐𝒕𝒕𝒐𝒑𝒐𝒔𝒕𝒆 𝒂 𝒈𝒊𝒖𝒅𝒊𝒛𝒊𝒐 𝒑𝒆𝒏𝒂𝒍𝒆, 𝒄𝒆𝒓𝒄𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒊𝒏 𝒐𝒈𝒏𝒊 𝒎𝒐𝒅𝒐 𝒅𝒊 𝒆𝒗𝒊𝒕𝒂𝒓𝒏𝒆 𝒍𝒂 𝒓𝒆𝒄𝒊𝒅𝒊𝒗𝒂.
Questo progetto parte con il sostegno del garante Campano dei Detenuti, della Rete “Sale della Terra” con cui il nostro ufficio ha un rapporto consolidato da anni e con la loro collaborazione permetteremo a queste persone di sperimentarsi in un percorso diverso».
Intervenuto anche il Presidente Angelo Moretti, che ha voluto prima ricordare come le pene alternative abbiano nel nome dell’Avv. Alberto Simone una grande storia, per poi ribadire il concetto di rieducazione della pena:
«𝑳𝒂 𝑪𝒐𝒔𝒕𝒊𝒕𝒖𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒑𝒂𝒓𝒍𝒂 𝒅𝒊 𝒄𝒂𝒓𝒄𝒆𝒓𝒆 𝒎𝒂 𝒅𝒊 𝒑𝒆𝒏𝒂, 𝒄𝒉𝒆 𝒅𝒆𝒗𝒆 𝒆𝒔𝒔𝒆𝒓𝒆 𝒓𝒊𝒆𝒅𝒖𝒄𝒂𝒕𝒊𝒗𝒂: 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒆 𝒍𝒆 𝒇𝒐𝒓𝒎𝒆 𝒑𝒐𝒔𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒆𝒔𝒔𝒆𝒓𝒆 𝒖𝒕𝒊𝒍𝒊 𝒑𝒖𝒓𝒄𝒉𝒆́ 𝒔𝒊 𝒂𝒓𝒓𝒊𝒗𝒊 𝒂 𝒖𝒏 𝒓𝒊𝒔𝒖𝒍𝒕𝒂𝒕𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒆̀ 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒐 𝒊𝒏 𝒄𝒖𝒊 𝒍𝒂 𝒔𝒐𝒄𝒊𝒆𝒕𝒂̀ 𝒄𝒊𝒗𝒊𝒍𝒆 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆𝒄𝒊𝒑𝒂 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒓𝒊𝒆𝒅𝒖𝒄𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆, 𝒒𝒖𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒊𝒏𝒗𝒆𝒄𝒆 𝒕𝒓𝒐𝒑𝒑𝒐 𝒔𝒑𝒆𝒔𝒔𝒐 𝒂𝒄𝒄𝒂𝒅𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒅𝒆𝒏𝒕𝒓𝒐 𝒂𝒍 𝒄𝒂𝒓𝒄𝒆𝒓𝒆 𝒄𝒊 𝒔𝒊 𝒅𝒊𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊𝒄𝒉𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂𝒏𝒐.
𝑸𝒖𝒆𝒔𝒕𝒂 𝒄𝒐𝒍𝒍𝒂𝒃𝒐𝒓𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒏𝒆𝒍 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒆 𝒗𝒆𝒅𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒊𝒏𝒔𝒊𝒆𝒎𝒆 𝒊𝒍 𝑻𝒓𝒊𝒃𝒖𝒏𝒂𝒍𝒆, 𝒊𝒍 𝑮𝒂𝒓𝒂𝒏𝒕𝒆 𝑪𝒂𝒎𝒑𝒂𝒏𝒐 𝒅𝒆𝒊 𝑫𝒆𝒕𝒆𝒏𝒖𝒕𝒊, 𝒍’𝑼𝑬𝑷𝑬 𝒆 𝒊𝒍 𝑻𝒆𝒓𝒛𝒐 𝑺𝒆𝒕𝒕𝒐𝒓𝒆, 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒆𝒔𝒆𝒎𝒑𝒊 𝒅𝒊 𝒖𝒏𝒂 𝒄𝒊𝒕𝒕𝒂̀ 𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒊 𝒓𝒊𝒖𝒏𝒊𝒔𝒄𝒆 𝒆 𝒅𝒆𝒇𝒊𝒏𝒊𝒔𝒄𝒆 𝒊𝒍 𝒑𝒓𝒐𝒑𝒓𝒊𝒐 𝒍𝒂𝒗𝒐𝒓𝒐 𝒄𝒐𝒏 𝒖𝒏 𝒐𝒃𝒊𝒆𝒕𝒕𝒊𝒗𝒐 𝒄𝒐𝒎𝒖𝒏𝒆: 𝒍’𝒂𝒓𝒕. 27 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑪𝒐𝒔𝒕𝒊𝒕𝒖𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆, 𝒖𝒏𝒂 𝒑𝒆𝒏𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒊𝒂 𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒓𝒊𝒆𝒅𝒖𝒄𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆».
Samuele Ciambriello Garante Campano dei Detenuti ha infine dichiarato:
«𝑳𝒆 𝒎𝒊𝒔𝒖𝒓𝒆 𝒂𝒍𝒕𝒆𝒓𝒏𝒂𝒕𝒊𝒗𝒆 𝒂𝒍 𝒄𝒂𝒓𝒄𝒆𝒓𝒆 𝒊𝒏 𝑪𝒂𝒎𝒑𝒂𝒏𝒊𝒂 𝒔𝒐𝒏𝒐 12.000, 𝒔𝒖 77.000 𝒊𝒏 𝑰𝒕𝒂𝒍𝒊𝒂; 𝒔𝒊 𝒕𝒓𝒂𝒕𝒕𝒂 𝒅𝒊 𝒑𝒆𝒓𝒔𝒐𝒏𝒆 𝒊𝒍 𝒄𝒖𝒊 𝒈𝒊𝒖𝒅𝒊𝒛𝒊𝒐 𝒑𝒆𝒏𝒂𝒍𝒆 𝒓𝒊𝒔𝒖𝒍𝒕𝒂 𝒔𝒑𝒆𝒔𝒔𝒐 𝒊𝒏𝒄𝒂𝒏𝒄𝒆𝒍𝒍𝒂𝒃𝒊𝒍𝒆, 𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒆 𝒔𝒊 𝒕𝒓𝒂𝒕𝒕𝒂 𝒅𝒊 𝒆𝒙 – 𝒅𝒆𝒕𝒆𝒏𝒖𝒕𝒊 𝒔𝒆𝒎𝒃𝒓𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒍𝒂 𝒍𝒐𝒓𝒐 𝒑𝒆𝒏𝒂, 𝒂𝒈𝒍𝒊 𝒐𝒄𝒄𝒉𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍’𝒊𝒎𝒎𝒂𝒈𝒊𝒏𝒂𝒓𝒊𝒐 𝒄𝒐𝒎𝒖𝒏𝒆, 𝒏𝒐𝒏 𝒅𝒆𝒃𝒃𝒂 𝒇𝒊𝒏𝒊𝒓𝒆 𝒎𝒂𝒊.
La buona notizia è che la Regione Campania proprio oggi farà partire un avviso pubblico nell’ambito del quale i comuni assumeranno con borse lavoro alcune persone in misura alternativa.
Poi c’è da considerare che molti detenuti sono senza fissa dimora, per cui faremo un investimento nel quale daremo un contributo alle associazioni e alle cooperative che accoglieranno negli ultimi 6 mesi di detenzione i detenuti senza fissa dimora. Infine, un investimento annuale verrà fatto sugli assistenti sociali, dentro e fuori le mura, che risultano ancora troppo pochi rispetto all’impegno quotidiano che la loro figura richiede.»