Si è tenuta nella mattinata di ieri la prima riunione del nuovo direttivo regionale provvisorio di ANPCI Campania. All’ordine del giorno una prima serie di argomenti da inserire in una imminente “piattaforma rivendicativa” da sottoporre quanto prima alla Regione Campania.
Dall’articolata discussione è emersa la comune volontà di richiedere interventi congrui che tengano conto di condizioni, presupposti ed esigenze dei Comuni fino a 5000 abitanti, assolutamente diverse da quelle degli agglomerati più grandi in materia Urbanistica, di compensazione ambientale, Sanità, Formazione e Scuola, di supporto nella gestione dei bandi e dei finanziamenti pubblici, costi i per la gestione delle emergenze socio-assistenziali, il riordino delle Comunità Montane, per la gestione del fenomeno del randagismo. Sono poi stati dibattuti temi caldi da proporre in sede nazionale alla presidente Franca Biglio.
Decisamente soddisfatto il presidente di ANPCI Campania, Zaccaria Spina, che ha convocato l’incontro d’intesa con il vice-presidente nazionale Arturo Manera, presente a sua volta. “Ringraziamo pubblicamente i 15 sindaci che hanno partecipato in rappresentanza delle province di Napoli, Salerno, Caserta, Avellino e Benevento, ha spiegato a margine Zaccaria Spina – e devo dire che si è trattato di un confronto molto proficuo.
Tra le altre cose, nel primo pomeriggio abbiamo anche avuto un briefing con l’assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo dal quale abbiamo ricevuto numerosi, positivi riscontri. Prima però con gli associati ci siamo soffermati su una serie di questioni di fondamentale rilevanza per la funzionalità dei nostri comuni. A cominciare dal possibile riordino delle Comunità Montane, per una rivisitazione della legge regionale vigente che risale al lontano 2008, che in teoria andrebbe ripensata: parliamo pur sempre di importanti organi sovracomunali intermedi rispetto alle Province la cui disciplina al momento risulta obsoleta.
Abbiamo pertanto convenuto sull’urgenza di avviare una interlocuzione con il presidente della Prima Commissione permanente della Regione Campania, Peppe Sommese, in merito alla eventualità di rivedere tale legge regionale che è superata sia per perimetri geografici che per funzioni e competenze”.
Ma ci sono altre vicende che preoccupano gli amministratori. “Per esempio – prosegue Spina – le imminenti scadenze relative ai PUC, strumenti urbanistici la cui valenza e la cui portata sono completamente diverse nei comuni di ridotte dimensioni rispetto ai grandi agglomerati. Ci sarebbe da riadattare norme legislative e l’iter procedurale considerando le diversità per indirizzare in maniera equa i singoli provvedimenti. E ancora andrebbe studiata una qualche forma di supporto ai comuni con piante organiche ridotte in ordine ai bandi e alla gestione dei fondi pubblici”.
“Abbiamo poi analizzato – precisa Spina – la recente legge varata in Basilicata che attiene alle misure di compensazione ambientale, un modo per favorire i residenti in modo diretto, con un sensibile ribasso sul prezzo del gas visto che in quei territori si estrae il petrolio. Nelle nostre zone questo bilanciamento non avviene: ospitiamo importanti parchi di fonti rinnovabili quali l’eolico e il fotovoltaico ma i cittadini non riescono a ricavarne beneficio diretto con sconti sulle bollette.
Inoltre, sono scarse sia le risorse che il personale destinati alla gestione del randagismo, un altro fenomeno che impera dalle nostre parti ed è di complessa risoluzione. Altra problematica sollevata riguarda la scuola: occorre immaginare, in casi particolari, istituti onnicomprensivi fino alle superiori. Vanno dunque sintetizzate al meglio le esigenze più disparate tra enti di minori dimensioni disseminati in aree vaste per cui bisogna coniugare nella maniera più attenta possibile le necessità di ciascun territorio”.