Confronto questa mattina presso la casa circondariale di Bellizzi Irpino sulla Giustizia Riparativa. Al confronto hanno partecipato il Magistrato di sorveglianza di Avellino, Francesca De Marinis, Girolamo Daraio, docente di Diritto penitenziario nell’Università di Salerno, Giovanna Perna, avvocato penalista. Presente anche un gruppo di detenuti. Gli ospiti del carcere hanno posto una serie di domande per informarsi sui percorsi di Giustizia Riparativa.
“L’incontro – dice l’avvocato Giovanna Perna – ha rappresentato essere una preziosa occasione di discussione e confronto su un tema, la “giustizia riparativa”, coltivato intensamente, negli ultimi decenni, dagli studiosi del sistema penale, oltre che da sociologi e criminologi, ma che non è mai riuscito a catturare, in egual misura, l’attenzione della comunità sociale; probabilmente, per una insufficiente informazione, gli strumenti e le potenzialità operative di tale innovativo modello di giustizia penale, proteso – diversamente dal sistema di giustizia penale tradizionale – a ricucire rapporti e risanare ferite, piuttosto che ad accertare responsabilità individuali. Del resto, fino alla recente riforma Cartabia, è mancata nel nostro Paese una regolamentazione normativa di tale strumento, avente carattere, per così dire, “relazionale” e “dialogico”, in quanto basato sullo scambio comunicativo tra il reo, la vittima (anche surrogata) e/o la comunità sociale; sicché, il paradigma riparativo, se si eccettua una sua apprezzabile affermazione nell’ambito della giustizia minorile, è riuscito a ritagliarsi solo spazi periferici ed elitari, ricavati, peraltro, da previsioni normative formulate in maniera piuttosto generica e non prive di ambiguità. Con il d.lgs. n. 150/2022 è stata finalmente introdotta una disciplina organica in materia, ciò che dovrebbe determinare un sensibile ampliamento delle occasioni di ricorso alla giustizia riparativa quale strumento “concorrente” e “complementare” di gestione del conflitto generato dal reato. In questo nuovo scenario, favorevole all’innesto di percorsi di giustizia riparativa sia all’interno della fase della cognizione penale sia in executivis, si troverà ad operare il Centro di Giustizia riparativa – mediazione e di aiuto alle vittime di reato, denominato “Il Lampione della Cantonata” istituito presso la ex Caserma Litto al Corso Vittorio Emanuele di Avellino, che svolgerà azioni di mediazione reo-vittima sia in costanza dell’accertamento penale sia post iudicatum, nel corso dell’esecuzione penale, ed in particolare entro il perimetro delle misure alternative al carcere; azioni che, spesso, per essere massimamente efficaci, esigeranno l’assunzione, da parte della comunità locale, di una “corresponsabilità” nella gestione delle conseguenze del reato, nella ricerca cioè di possibili soluzioni agli effetti “distruttivi” generati dal comportamento illecito. Ciò che presuppone la maturazione di una diversa cultura delle pene, con il superamento dell’obsoleta ed insostenibile visione del carcere come unico modello di risposta sanzionatoria al reato, ed una presa d’atto dell’importanza della giustizia riparativa ai fini del superamento della situazione conflittuale interpersonale generata dal reato e della ricostituzione del patto di cittadinanza violato”, conclude l’avvocato Perna.