In merito alla vicenda tetracloroetilene nei pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni e all’esecuzione delle indagini previste per il piano di caratterizzazione, l’assessore all’Ambiente Alessandro Rosa rende note le risultanze del report sullo stato dell’arte dei lavori.
“Premesso che la contaminazione da tetracloroetilene è molto frequente in tutt’Italia a causa dell’utilizzo di sostanze che erano molto diffuse nelle attività industriali, nel giugno del 2019 il Piano di caratterizzazione vedeva l’approvazione di Regione Campania e Conferenza dei servizi. Dopo un’interruzione motivata dalla necessità di reperire risorse aggiuntive, a febbraio, in ragione dell’integrazione finanziaria disposta dalla Regione per la ripresa delle attività d’indagine, è stato sottoscritto il Verbale di ripresa dei lavori. Sono già terminati i lavori per la georeferenziazione dei pozzi nonché di completamento delle esecuzioni delle indagini da due pozzi (S01 e S09).
Sono in corso lavori per la realizzazione di sondaggi geognostici e la realizzazione dei pozzi per la presa di campioni, direttamente in falda. Già eseguiti anche i primi prelevamenti dal suolo mentre è in corso il monitoraggio di sostanze contaminanti per ogni metro di avanzamento della perforazione con la tecnologia avanzata di analisi a fotoionizzazione. L’Arpac non solo sta seguendo i lavori ma preleverà campioni di controprova. La fine dei lavori è prevista per primavera inoltrata, salvo complicazioni.
I sondaggi saranno spinti fino alla profondità di 50 metri ed in alcuni casi anche molto oltre e questo dovrà necessariamente portare ad un livello di conoscenza maggiore delle dinamiche di diffusione delle sostanze disciolte in falda e soprattutto individuare le differenze chimiche delle acque a varie profondità.
L’obiettivo è mettere in sicurezza e comunque studiare l’enorme risorsa idrica sotterranea, presente nel medio Calore e in tutta l’area di Benevento, che alimenta i pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni nonché verificare se vi sono suoli contaminati e dove rilasciano contaminazione in falda o in alternativa se esistano zone, in falda profonda, di accumuli di pregressi inquinamenti. In ultimo, a seguito delle analisi in contraddittorio con Arpac, il documento finale – che è la Relazione di Analisi di rischio specifica – consentirà di definire i livelli della contaminazione e programmare specifici interventi di bonifica”, conclude l’assessore all’Ambiente Rosa.