Si è spento nella notte, nella sua casa beneventana di via Pietro Collevaccino, Bruno Menna. Collega, amico, cultore di “storia patria”, la notizia della sua dipartita ha generato sconcerto e dolore in chiunque lo abbia solamente conosciuto, nei lunghi suoi anni di militanza nella vita professionale che ha svolto sempre con rigore e assoluta competenza. I suoi libri hanno scavato a fondo nella “beneventanità” rappresentando la cifra del suo impegno civile al servizio della comunità di cui ricercava la fonte della memoria di un tempo passato ma anche attualissimo, la sua una fiammella di speranza affinchè la tradizione non si disperdesse sotto l’incedere inesorabile di una falsa modernità. Chi scrive affranto ha imparato ad apprezzarlo e a vantarsi della sua amicizia lungo l’arco ventennale della sua presenza in città, lo ha da sempre individuato come l’elemento di riferimento per capire le dinamiche di cambiamento che attraversavano e attraversano una comunità non facile da interpretare; e allora Bruno costitutiva il passepartout per arrivare a dare spiegazioni al reale. Uomo integerrimo, Bruno ha anche onorato la professione da addetto stampa di una vita al seguito di Pasquale Viespoli, nella parabola politica e umana dell’ex sindaco della città. Una notizia che addolora e ha quasi dell’incredibile. Nazzareno Orlando, altro compagno di una lunga stagione, lo ricorda così. “Quando un amico ci lascia la ferita sanguina e il dolore ti invade. Bruno è stato da sempre una persona,un giornalista,un uomo con cui condividere idee e impressioni. Qualche mese fa era stato ospite della mia trasmissione in TV e,come sempre,aveva espresso con chiarezza i suoi punti di vista sulla politica,sulla città,sulle difficoltà legate ad un mondo sempre più complicato. La notizia di questa mattina mi ha reso molto triste…ma sono certo che non sarà dimenticato. Ciao Bruno!”
Ciao Bruno