Alle ore 11.00 di domani 8 dicembre, nella Chiesa Madre di Cassano Irpino, avrà luogo una cerimonia eucaristica per commemorare il 78° anniversario della morte del Carabiniere Filippo Bonavitacola, Medaglia d’Oro al Valor Militare “alla memoria”, ucciso l’8 dicembre 1944 a Branova in Slovacchia, per mano dei tedeschi. Seguirà la deposizione di una corona di alloro presso la tomba dell’Eroe nel cimitero di Cassano Irpino.
Primogenito di sette fratelli, Filippo Bonavitacola nacque a Montella (AV) il 3 settembre 1914. Dopo aver assolto agli obblighi di leva ed aver ottenuto il congedo illimitato, venne richiamato alle armi il 14 gennaio 1939 e, assegnato al 2° Reggimento Fanteria, partì volontario per la campagna di Spagna ottenendo la croce al merito di guerra, la medaglia di benemerenza per i volontari e la medaglia commemorativa. Il 25 novembre 1940 venne richiamato nuovamente e il 28 giugno del 1941 giunse a Tirana per partecipare alla guerra d’Albania ove, nel giugno del ‘42 entrò nell’Arma dei Carabinieri come ausiliare. Al momento dell’armistizio tra l’Italia e gli Alleati, Bonavitacola si trovava in Albania, a Berati. Si unì subito, così come fecero molti carabinieri della Legione di Valona, ai partigiani albanesi e con questi combatté, sino a che non fu catturato dai tedeschi ad Elbasan. Destinato ad un campo di concentramento in Germania, riuscì ad evadere e si unì ai partigiani cecoslovacchi. Nuovamente tratto prigioniero, il valoroso Carabiniere, per non aver voluto calpestare gli alamari strappatigli dai nazisti, fu condannato a morte dai tedeschi.
I resti di Filippo Bonavitacola furono riportati in Italia soltanto nel dicembre del 1994 e sono stati tumulati nel cimitero di Cassano Irpino, vicino al suo paese natale. Qui gli è stata intitolata una via e la caserma che a Montella ospita la locale Compagnia Carabinieri. Ricordano Bonavitacola anche strade di Roma e di Napoli e una piazza di Cassano Irpino.
La motivazione della Medaglia d’oro al valor militare decretata alla sua memoria recita: “Sorpreso dall’armistizio dell’8 settembre 1943 in territorio albanese, si univa ai partigiani nella lotta contro i tedeschi. Catturato e condotto in campo di concentramento tedesco, ne evadeva unendosi ai partigiani russi e slovacchi per continuare la impari lotta. Nuovamente catturato, conscio della propria fine, mantenne durante il processo e la lettura della condanna a morte fierissimo contegno, rincuorando i compagni di prigionia, inneggiando al Re e all’Italia. Al momento dell’esecuzione assestava un forte pugno al capitano tedesco che gli si era avvicinato per bendarlo e, scoprendosi il petto, gridava: «Sparate pure, non temo la morte!». Fulgido esempio di alte virtù militari e di fierezza nazionale”.
Alla commemorazione di domani, oltre ai familiari del decorato, è prevista la partecipazione di autorità civili, militari e religiose nonché di una rappresentanza delle Associazioni Carabinieri in congedo e di alcune vedove e orfani dei militari dell’Arma.
Il tutto in una solenne cornice composta da carabinieri in Grande Uniforme.