Il Laboratorio per la felicità pubblica ha tenuto ieri pomeriggio un interessante dialogo online con Luciano Gualzetti Direttore della Caritas Ambrosiana sul tema attualissimo: “Povertà energetica: come aiutare le famiglie a contrastarla in un’ottica progettuale”. Nell’introdurre il confronto Ettore Rossi, Coordinatore del Laboratorio per la felicità pubblica, ha sottolineato come il problema riguardi in maniera forte il Mezzogiorno e, quindi, anche le nostre realtà. “Si tratta di un nuovo profilo della povertà – ha continuato Rossi – soprattutto per le conseguenze che si stanno manifestando nella vita di tante persone e famiglie. Pensiamo, per fare un esempio concreto, agli effetti sulle condizioni di salute di anziani che hanno difficoltà a fronteggiare le spese per riscaldare la propria abitazione”.
“La povertà energetica è un fenomeno in crescita – ha esordito Luciano Gualzetti – che si è aggravato nel periodo della pandemia e ora con la guerra in Ucraina e i conseguenti aumenti del prezzo dell’energia. La Povertà Energetica porta una famiglia a scegliere se pagare il cibo o pagare le bollette: essa è una faccia della povertà economica. Imparare ad agire sulla riduzione dei propri costi energetici attraverso scelte e comportamenti è molto importante e consente di superare alcuni aspetti assistenziali dell’aiuto”.
La Caritas Ambrosiana nel suo agire, ha continuato il direttore Gualzetti, si ispira alla visione dell’ecologia integrale contenuta nell’Enciclica di Papa Francesco Laudato sì. Le sue coordinate di azione sono: sobrietà e stili di vita; sostituzione dell’utilizzo delle fonti fossili con quelle rinnovabili; efficienza nell’utilizzo dell’energia disponibile e necessaria. “La transizione ecologica non deve essere solo per chi se lo può permettere o i cosiddetti solidali; non deve lasciare indietro nessuno, altrimenti non è vera transizione”.
Il coniugare pensiero e azione passa attraverso le 5 R del Welfare Generativo: passare dal solo raccogliere e redistribuire alla prospettiva di rigenerare, rendere e responsabilizzare. Considerare le persone non più destinatarie passive degli aiuti. Passare dalla logica del costo a quella del rendimento, cioè porre attenzione all’esito di cambiamento generato.
“Rispetto alla crisi energetica il nostro obiettivo – ha spiegato Gualzetti – è di rafforzare i legami di comunità: non solo aiuto economico per il caro bollette ma impegno per la rimozione delle cause; accompagnamento educativo alle persone aiutate su come orientarsi nel settore dell’energia e risparmio energetico, con la promozione dei TED (Tutor Energia Domestica); efficientamento energetico nei servizi e nelle famiglie bisognose, attraverso la sostituzione degli elettrodomestici e delle lampadine; la manutenzione e la ristrutturazione delle case, laddove possibile.
Un progetto molto significativo su cui a Milano si stanno impegnando, ma analogamente sta accadendo in tante diocesi italiane, è quello di promuovere le comunità energetiche solidali. Un modello possibile, su cui sta lavorando la Caritas Ambrosiana, è che la Parrocchia faccia da “prosumer” (colloca il fotovoltaico sui tetti dei propri edifici) e le persone in difficoltà da “consumers”. Il senso profondo di questa progettualità è che “le comunità energetiche o sono inclusive o non sono comunità”. Per le comunità energetiche si attendono al più presto i decreti attuativi e attraverso di esse, come si è immaginato alle Settimane Sociali dello scorso anno a Taranto, la Chiesa può essere un soggetto attivo nella lotta alla povertà energetica e ai cambiamenti climatici.
L’incontro ha determinato anche un interessante confronto con le realtà dei nostri territori che, pur nelle differenze con quelle lombarde, possono trarre spunti interessanti per progettare interventi inclusivi a sostegno dei più deboli. Ettore Rossi, in particolare, ha fatto riferimento all’impegno progettuale che la Fondazione di Comunità di Benevento sta attivando per la nascita di comunità energetiche nel Sannio. “La speranza ci invita a riconoscere che c’è sempre una via d’uscita, che possiamo sempre cambiare rotta, che possiamo sempre fare qualcosa per risolvere i problemi”, ha concluso Gualzetti citando la Laudato sì.