Un nuovo confronto tra i cittadini di Pezzapiana e i vertici politici e tecnici di Gesesa-Acea. Dopo il Piccolo Teatro Libertà, questa volta, il rendez-vous cìè stato direttamente presso la sede tecnica di Gesesa dove il duo Rubbo-Russo ha sostanzialmente ribadito, dinanzi ad una delegazione nutrita di cittadini di Pezzapiana e non soltanto, quello che era stato già detto nell’altra riunione: Gesesa assicura la piena consapevolezza delle proprie ragioni e la giustezza dei propri rilevamenti a fronte del buco nero di quelle 48 ore di paura che fecero seguito alla segnalazione di Arpac in merito ai valori altissimi di tetracloroetilene ravvisati nelle falde di Pezzapiana. Sotto certi aspetti nessuna novità di rilievo ma la certezza di avere salutato i cittadini, capeggiati da un preoccupato Marcello Palladino, assicurando loro la piena potabilità dell’acqua di Pezzapiana. Dove, invece, una novità va registrata è in riferimento alla notizia da noi data all’interno della trasmissione Doppio Taglio e resa pubblica dal leader di Altrabenevento Gabriele Corona della presenza di un nuovo contaminante, il dibroclorometano un composto organico, del gruppo trialometano, un liquido pesante, non infiammabile, leggermente solubile in acqua e che evapora facilmente nell’aria. Del dibromoclorometano ne parla Arpac in una nota del 14 settembre 2022 inviata alla Regione, all’Asl di Benevento, al Comune di Benevento in cui si fa riferimento a valori, non specificati, ma superiori ai limiti di legge e tra cui figura anche il tetracloroetilene. L’Amministratore Delegato di Gesesa-Acea Salvatore Rubbo conferma che a metà ottobre Gesesa riceve l’informazione dal Comune della presenza di dibroclorometano nelle falde di Pezzapiana e chiede di disporre che vengano adottati tutti i provvedimenti di competenza di Gesesa. Rubbo stesso replica, con una lettera successiva al Comune, che Gesesa non ha competenza sull’analisi delle acque sotterranee dove si anniderebbe il dibromoclorometano. “Pur non avendo competenza, dice Rubbo, abbiamo effettuato ogni giorno i prelievi per una settimana e non abbiamo riscontrato nessun tipo di valore in falda, al pozzo, ma abbiamo trovato, come prodotto secondario derivante da clorazione, valori di trialometani in rete ma non è stata mai superata la soglia di 30 microgrammi litro”. Pertanto Gesesa conferma la presenza di quel documento, che comunque individuava sforamenti senza però indicarne l’entità, e indirettamente anche il fatto che il Comune fosse al corrente delle rilevazioni effettuate da Arpac due mesi prima dell’ormai famigerato picco da 250 mg per litro. Va preso atto che a parte Gesesa, cui va riconosciuto il merito di non avere frapposto ostacoli all’esigenza di comprensione dei problemi per come sono andati realmente i fatti, quanto meno per quello che è il suo raggio di competenza, nessun commento ancora arriva da Palazzo Mosti in riferimento a questo risvolto. Mastella riceve una associazione di consumatori alla quale ripete il refrain delle ore topiche e che cioè l’acqua è potabile e che lo è sempre stata a prescindere dalle analisi dell’Arpac. Tuttavia, il Comune era stato avvisato che i valori di tetra fossero al di sopra della norma già a metà settembre e per stessa ammissione di Acea avesse richiesto adeguati approfondimenti a tal riguardo. Nessun commento neppure dai vertici Arpac che invece avrebbero più di una motivazione per aiutare a dipanare questa matassa difendendo il proprio operato e pure la propria onorabilità.