Un bilancio verrà stilato solo alla fine, ma in Irpinia la stagione castanicola 2022 ha tutte le carte in regola per essere considerata una buona annata. Lo dicono gli esperti del settore, lo confermano anche i successi delle sagre che, a distanza, di tre anni, sono tornate e torneranno ad esaltare uno dei prodotti di eccellenza del territorio irpino. Basta citare La “Castagna di Montella” IGP, considerata tra le migliori castagne prodotte in Italia. Importanti produzioni riguardano anche altre zone, come ad esempio il serinese e la fascia del Partenio. Il castagno, dunque, è tornato in salute dopo la lunga battaglia contro il cinipide: “Aldilà del lancio dell’insetto antagonista (Torymus) la natura ha reagito in modo sponteaneo e ora raccogliamo i risultati ” spiega Veronica Barbati, imprenditrice irpina e leader nazionale di Coldiretti Giovani Impresa.
Preoccupano, invece, gli effetti dei cambiamenti climatici: le forti escursioni termiche tra il giorno e la notte e i periodi di prolungata siccità hanno costretto gli agricoltori a dotarsi di strumenti utili per tutelare e preservare l’intera filiera. Negli ultimi anni, però, sono cresciute le iniziative che avvicinano il produttore direttamente al consumatore finale: attraverso pacchetti ad hoc gli agriturismi danno la possibilità agli ospiti di partecipare alla raccolta delle castagne. Un occasione di sviluppo economico e turistico, un momento di convivialità a contatto con la natura per chi ne usufruisce.
Caldarroste, lessate, nelle zuppe, le rinomate castagne del prete ma anche marmellate e dolci. La regina dell’autunno si presta a numerose preparazioni e il suo sapore è davvero inconfondibile.
