L’utilizzo di una comunità energetica solidale per il contrasto alla Povertà Energetica e l’importanza della Fondazione di comunità come luogo di pensiero e d’azione affinché questa possa diventare realtà sul nostro territorio.
Questi i temi al centro del Seminario “Le comunità energetiche “ che si è tenuto ieri, lunedì 3 ottobre a Benevento, organizzato dal Comitato “Verso la Fondazione di Comunità di Benevento” in collaborazione con l’Università degli studi del Sannio.
Una comunità energetica è un gruppo di soggetti che si organizzano per produrre e condividere localmente l’energia prodotta da fonti rinnovabili all’interno del proprio territorio. Oggi il tema dell’energia ha dimostrato che la globalizzazione rende la maggior parte dei paesi europei dipendenti dall’estero per l’energia e, in caso di guerra, come accade adesso, questo fenomeno può causare crisi economiche e politiche. Il territorio Beneventano – come afferma il Prof. Giuseppe Marotta – Professore Ordinario Università degli Studi del Sannio e Presidente del Comitato Tecnico Scientifico della Costituenda Fondazione di Comunità di Benevento – attualmente fa parte di uno di questi paesi: produciamo energia per i paesi lontani, ma non siamo ancora nelle condizioni per produrre energia per noi stessi, per trarne beneficio.
“La comunità energetica è un paradigma perfetto per cui oggi siamo nelle condizioni di poter dire che il primo vero digital divide, cioè la separazione tra chi è connesso e chi non lo è, è social divide, la non connessione tra le persone” – spiega Angelo Moretti, Vice Presidente del Comitato Verso la Fondazione di Comunità Benevento. “Stiamo parlando di un sistema che funziona ormai da 30 anni, ma le nostre scuole, i nostri comuni, i servizi ospedalieri, la sanità diffusa, le case popolari, la nostra agricoltura e le nostre imprese, non sono ancora connesse alle energie rinnovabili che il nostro territorio è in grado di produrre”.
Il territorio Beneventano ha, difatti, un’importante produzione energetica da fonti rinnovabili estremamente importante, ma improntata ad una economia non redistributiva. Modificare le fonti di energia senza modificarne l’assetto economico del rapporto tra produzione e redistribuzione non significa cambiare il modello di consumo e il modello di ricchezza di un territorio. Per ridurre questo social divide riteniamo che una fondazione di comunità possa essere un nuovo assett, un nuovo luogo in cui questo cambio del modello economico possa avvenire.
La relazione, che ha approfondito il tema del seminario, è stata la presentazione del Prof. Maurizio Sasso, Professore Ordinario Università degli Studi del Sannio, che pone come focus il contrasto alla povertà energetica grazie alla comunità energetica solidale. La «Smart Energy Community» – SEC – può essere definita come un insieme di utenze energetiche localizzate in una determinata area di riferimento in cui gli utilizzatori finali, decidono di effettuare scelte comuni per soddisfare il proprio fabbisogno energetico con un approccio «collegiale», attraverso soluzioni di generazione distribuita, favorendo l’utilizzo delle fonti rinnovabili e la gestione intelligente dei flussi energetici al fine di ottenere benefici sulla economicità, sostenibilità e sicurezza energetica.
“Al giorno d’oggi – spiega il Prof. Maurizio Sasso – è sempre più diffuso il concetto di sharing economy, ovvero l’acquisizione del servizio più che dell’oggetto in sé. L’interesse ad un approccio collettivo permette in campo energetico (Energy Sharing) il funzionamento efficiente delle macchine che possono asservire più utenze (load sharing) o la comproprietà di impianti da parte di più utenti che magari non avrebbero potuto singolarmente (plant sharing). In questo modo anche gli enti pubblici hanno la possibilità di accompagnare i cittadini verso iniziative comuni utilizzando magari propri terreni o fabbricati. L’approccio comunitario dunque attiva un esercizio di democrazia partecipativa direttamente coinvolgendo la comunità sin dalla gestazione degli impianti e con un beneficio diretto dallo sfruttamento delle fonti del proprio territorio”.
Conseguentemente i vantaggi di una comunità energetica locale porterebbe al risparmio dei costi energetici, attualmente in incremento, il contrasto alla povertà energetica con la partecipazione dei cittadini vulnerabili e a basso reddito nonché l’attrazione verso aree interne a rischio spopolamento per cittadini ed imprese che potrebbero beneficiare di energia “pulita”.
Sono seguiti gli interventi di: Stefano Tangredi, Avvocato e Consulente del Comitato Verso la Fondazione di Comunità di Benevento; Domenico Varricchio, Consulente della Costituenda Fondazione di Comunità di Benevento; Felice Pepe, Presidente Sezione fonti energetiche di Confindustria Benevento; Pasquale Asseni, Direttore Banca Etica Filiale di Napoli.
“Il vento è il petrolio del Fortore” – afferma Roberto Costanzo, Saggista, Politico e Membro del Comitato Tecnico Scientifico della Fondazione di comunità di Benevento – concludendo il seminario con un primo piano sul territorio beneventano e sulla sua rilevante produzione energetica che purtroppo non è valorizzata all’interno del territorio stesso.