“Se i procedimenti dovessero andare avanti e le due persone indagate dovessero essere rinviate a giudizio, l’Ordine dei medici di Benevento valuterà l’opportunità di costituirsi parte civile”. A dichiararlo alla Dire è il presidente dell‘Omceo Benevento, Giovanni Pietro Ianniello, in riferimento alla vicenda che vede due fratelli accusati di essersi finti medici e aver prescritto, anche a pazienti sani, presunte sostanze curative rivelatesi invece dannose. Per gli inquirenti, i due fratelli, “approfittando della vulnerabilità dei loro numerosi pazienti, per lo più intimoriti da patologie immaginarie- scrive in una nota la Procura di Benevento – esercitavano abusivamente l’attività sanitaria in assenza di qualsivoglia titolo abilitante”. Secondo le indagini della Procura una donna sarebbe morta proprio a causa di queste finte cure.
“Riteniamo che tutto ciò sia un danno notevole non alla classe medica ma alla salute dei cittadini e poiché l’Ordine dei medici è un ente sussidiario dello Stato che ha tra i suoi mandati proprio quello di difendere il diritto alla salute dei cittadini- continua Ianniello- ci sembra giusto intervenire nelle sedi competenti per difendere questo diritto a 360°”. A tutela dei pazienti Ianniello ricorda: “È sempre bene controllare che il professionista a cui ci si rivolge sia iscritto all’Ordine dei medici- dice- e questo lo si può fare o telefonando o controllando sul sito internet, molto facilmente e agevolmente.
E poi- aggiunge – prima di affidarsi a qualcuno sarebbe bene rivolgersi al proprio medico di famiglia, spesso è con lui che si ha il rapporto più diretto, ed è lui che dovrebbe inviare il paziente allo specialista di patologia più adatto e poi avere un ritorno sulla valutazione che è stata fatta, sulle terapie prescritte ecc.. Così facendo i cittadini possono stare tranquilli che qualora ci fosse qualcosa che non va, il medico se ne accorgerebbe”
“Purtroppo le persone che si propongono come medici e non lo sono-continua- fanno leva sugli aspetti più vulnerabili della gente, sulla loro paura della malattia. Sono oncologo da 44 anni-
conclude Ianniello– e ho ampia esperienza di pazienti e familiari di pazienti con tumori. Quando c’è una diagnosi di questo tipo ci si aggrappa a tutto e, a volte, ci si rivolge a chi garantisce impropriamente la guarigione. Bisogna stare attenti