Una notizia che sa dell’incredibile ma che a ragionare bene è in linea perfetta con la contemporaneità. Accade che dalle parti della Pacevecchia, per buona parte della serata, l’erogazione dell’acqua è interrotta. Questa volta nessun nubifragio e nessun apparente guasto alle obsolete condutture idriche, tanto che Gesesa non aveva registrato alcuna anomalia a tal riguardo. La segnalazione di alcuni abitanti del posto e un modesto approfondimento portano a ritenere che dalle parti dell’Agenzia delle Entrate, qualche furtiva manina, avrebbe aperto un tombino e dato una bella mandata alla chiave d’arresto stoppando, di conseguenza, il flusso d’acqua. La notizia è assai bzzarra: ma come può la manina aprire il tombino e agire in modo arbitrario rasentando anche il reato di interruzione di pubblico servizio? Mah…
Accade che l’informazione in nostro possesso è stata comunicata direttamente a Gesesa, al presidente Russo, che incredulo ha però pensato bene di vederci chiaro. Ed ecco la rivelazione. L’informazione si è rivelata esatta. “Abbiamo inviato per scrupolo un dipendente reperibile e abbiamo scoperto che qualcuno effettivamente aveva chiuso impropriamente una chiave di arresto dinanzi all’Agenzia delle Entrate. Tutto è stato riportato a normalità, ha detto Russo, e domani la chiave verrà messa in sicurezza”.
Tutto è bene ciò che finisce bene. La zona, che non è l’intera Pacevecchia ma solo una zona circoscritta a pochi fabbricati, per lo più villette, ma non per questo il fatto è meno grave, vedrà ristabilita l’erogazione in tempi brevi, se non sia già stata ristabilita, ma resta l’arcano di chi, improvvidamente, mette mano ad apparecchiature che dovrebbero essere estremamente protette e a quanto pare non lo sono. Un po come le chiavi di San Vitale, al tempo della nostra prima Via dell’Acqua, lasciate incustodite e alla mercè del primo che gli balenava in mente di male agire mettendo a rischio i diritti di una intera comunità.