(alca) – “Da quelli che sono i numeri che il funzionario della Provincia mi segnala, su 9.000 studenti circa che frequentano le scuole di Avellino, sono quasi 7.500 quelli che vanno verso la settima corta”. Sintetizza così i numeri delle adesioni alla proposta sperimentale di svolgere le lezioni dal lunedì al venerdì il sindaco del capoluogo irpino, Gianluca Festa, a margine dell’incontro effettuato a Palazzo Caracciolo con i dirigenti degli istituti cittadini di ogni ordine e grado e delle superiori dislocate sul territorio irpino. All’appuntamento, moderato dal presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, anche l’assessore comunale alla Pubblica Istruzione Geppino Giacobbe, il consigliere provinciale Girolamo Giaquinto che per anni si è occupato di Scuola, il funzionario del Servizio di Edilizia Scolastica dell’ente Sergio Davidde, e l’ingegnere responsabile dell’Esercizio dell’Air Campania Carmine Alvino. E in realtà, tranne i distinguo, sulla città dell’Ite “Amabile”, del liceo “De Luca” e, in parte dell’Ipia “Amatucci”, non ci sono stati altri dissensi. Mentre più variegato è apparso l’approccio da parte dei presidi delle superiori della provincia. Ma a questo punto, quando manca solo una settimana all’inizio dell’anno scolastico, la domanda è: quando partirà la settimana corta? Anche su questo, fatti salvi alcuni casi e la riorganizzazione dei trasporti da parte dell’azienda regionale del Tpl, il primo cittadino avellinese è tranquillo: “Mi sembra – continua – che si vada verso una percentuale del 90% tra elementari, medie e superiori e già da quest’anno si potrà cominciare anche se qualche istituto ha espresso legittime perplessità. Molte scuole, mi pare di capire, si sono organizzate sin da subito. Dunque, la notizia importante è che finalmente si parte. Questa rimodulazione alla quale lavoriamo da tre anni porterà ad un miglioramento della vita dei ragazzi, ad una maggiore qualità della vita delle famiglie e, inoltre, anche a un risparmio energetico e a una minore presenza di bus e auto il sabato in città”.
All’inizio del dibattito, intanto, la fascia azzurra ha ricordato come, comunque, “la volontà comune di provare questa sperimentazione da parte delle istituzioni, Provincia e Comune, e recepita già da molti dirigenti, deve essere trasferita per competenza agli organi preposti che sono il Collegio dei Docenti e il Consiglio d’Istituto”. Buonopane ha anche sottolineato come le scuole comunali e quelle di competenza provinciale debbano affrontare criticità diverse: “Se per elementari e medie, in sostanza, serve la presenza almeno di un genitore il sabato, per le superiori, recuperando un’ora al giorno e un paio di volte a settimana anche due, c’è bisogno del coinvolgimento dell’Air per la riorganizzazione dei trasporti, atteso che il sistema non può funzionare con un’adesione a macchia di leopardo”.
In città, comunque, i 4 istituti comprensivi (Perna-Alighieri, Regina Margherita-Da Vinci, San Tommaso-Francesco Tedesco e Colombo-Solimena), la media “Enrico Cocchia” e i Circoli didattici di via Roma e via Scandone, sono essenzialmente d’accordo. Adesso vanno sono rimodulati gli orari. Così come i licei scientifico “Mancini”, classico “Colletta” e “Imbriani”, l’Itt “Dorso”, l’Agrario-Geometra “De Sanctis-D’Agostino” e l’Alberghiero “Rossi-Doria. Contrarietà, invece, hanno espresso la preside dell’Ite “Amabile”, e i rappresentanti del liceo “De Luca” e, sebbene solo in parte, dell’Ipia Amatucci. Il dissenso è legato soprattutto al recupero delle ore di lezione che non si svolgerebbero il sabato e che allungherebbero troppo la giornata didattica. Da verificare, poi, se si tratterà di traslare il piano trasporti scolastici di un’ora in avanti o apportare anche altri correttivi. Su questo punto Alvino è stato chiaro: “Serve compattezza per fare in modo che il servizio si possa riconfigurare in maniera omogenea. Per questo bisognerebbe che ad aderire siano le scuole superiori di Avellino e il liceo scientifico “De Caprariis” di Atripalda che rientra nella linea urbana. Se, invece, si creasse uno spezzatino diventerebbe impossibile”. Per la cronaca il preside Spagnuolo della scuola superiore della città del Sabato ha portato in riunione l’assenso del Collegio dei Docenti e il diniego del Consiglio d’Istituto che ora sarà riconvocato. Rispetto agli orari, poi, c’è chi come la preside del “Virgilio Marone” nonché presidente provinciale dell’Andis, Lucia Forino, ha obiettato come “da sempre ci sono state scuole che finivano prima e altre dopo…”.
Naturalmente il recupero delle lezioni del sabato resta un tema importante per quegli istituti professionali e tecnici che hanno 32 ore settimanali. Per cui bisognerebbe capire se, per il motivo di forza maggiore costituito dal risparmio energetico, si possano fare ore da 50 minuti, oppure solo le ultime due quando sono 6 e le ultime 3 quando sono sette in un giorno. Altri, infine, come la preside Antonella Pappalardo dell’Ite “Amabile”, assolutamente contraria alla sperimentazione, ha aggiunto anche altre motivazioni: “Il mancato rispetto del patto educativo di corresponsabilità firmato dai genitori all’atto dell’iscrizione dei propri figli che prevede 6 giorni di lezioni a settimana, le cattedre orarie e la contravvenzione al Pnrr dove sostiene l’aumento del tempo scuola. Senza dimenticare che esiste un’autonomia scolastica dei singoli istituti”.
Diverse, poi, sono state le posizioni che si sono registrate rispetto alle superiori irpine, con una prevalenza di sfavorevoli all’iniziativa. L’impressione è che sulle scuole secondarie di secondo grado, comunque, il confronto di oggi non può dirsi certo esaustivo e non mancheranno altre necessarie occasioni di riflessione comune specie se si dovrà optare per una scelta condivisa.