Sono tornati a lavorare questa mattina presto gli operai che stanno sezionando la quercia caduta ieri in Via Meomartini a Benevento. Un lavoro che richiede tempo per via delle grosse dimensioni dell’albero, che è stato segato in più punti per poi essere caricato in piccoli tronchi e portato via. La strada oggi con la presenza di quello che resta dell’albero racconta ancora l’episodio di ieri,che fortunatamente non ha causato vittime.
Un forte rumore, il fruscio delle foglie e l’impatto sulla strada e sul tetto della palazzina,poi il tonfo. Sono stati momenti di paura e incredulità, quelli vissuti da chi ha assistito in tempo reale alla caduta della quercia. ” Ho sentito un rumore fortissimo credevo fosse una scossa di terremoto” racconta un testimone. Non si conoscono ancora le cause che hanno portato alla rottura del tronco, un albero così imponente che sembrava irremovibile. Forse il caldo eccessivo le intemperie che lo hanno sovrastato negli anni.
La quercia radicata nell’asfalto, faceva ombra ad una piccola piazzola antistante un supermercato di Via Meomartini, dove i clienti parcheggiavano le proprie auto, e solo una fortunata casualità ha permesso di non raccontare una tragedia, ieri pomeriggio nell’ora in cui il tronco si è spezzato finendo sulla palazzina e sulla carreggiata, al supermercato non c’erano clienti e i grossi e pesanti rami hanno colpito solo uno scooter, ma per fortuna nessuna persona.
La vicenda riapre naturalmente il dibattito sulla questione legata alla sicurezza e al rischio di caduta degli alberi in città. “E’ cambiata la condizione fisica per quanto riguarda gli alberi. Noi pensiamo alla salute della gente, altri pensano a cose un pò più sofisticate e non si sono mai addentrati sulle cose serie”. Afferma il sindaco Mastella riferendosi a chi si oppone al taglio degli alberi pericolanti. “E’ giusto anche confrontarsi con la Procura che benchè abbia emesso alcuni provvedimenti, gli stessi si sono poi stemperati in quanto c’è piena concordanza tra i periti tecnici del comune e del tribunale”. Conclude Mastella.
