Il Garante campano dei diritti delle persone sottoposte a misura restrittiva della libertà personale, Samuele Ciambriello, interviene sull’episodio di violenza accaduto nell’Istituto minorile di Airola, in provincia di Benevento. Un giovane detenuto straniero avrebbe scatenato una rivolta, picchiando un altro ristretto e così innescando una rissa. Lo stesso era stato, da poco, trasferito dal carcere di Treviso, dove ha danneggiato alcune aree dell’Istituto.
Sull’evento critico, il Garante campano dichiara: «Ipotizzare un nuovo trasferimento del detenuto presso un altro Istituto di pena minorile non può rappresentare una risoluzione. Qui si tratta di un problema educativo: se una persona vive un disagio, cova rabbia e rancore, manifesta violenza contro sé stesso e contro gli altri, ovunque lo si manda continuerà a creare disordini. È necessario, piuttosto, intervenire con un programma educativo che abbia un fine più preciso. Non è un’agenda ricca di attività all’interno del carcere che rende efficace il trattamento rieducativo e riabilitativo. Ad Airola ci sono tante attività, forse troppe: i ragazzi sono sempre impegnativi in attività ricreative, ma sarebbero necessari più progetti dedicati all’ascolto e al supporto psicologico degli stessi. Il mio Ufficio, a tal proposito, con tanta fatica, ha messo a disposizione figure professionali, in particolare psicologi, criminologi e assistenti sociali, che hanno realizzato il progetto “Ascoltiamoci”, proprio nel carcere minorile di Airola, finalizzato a instaurare con i giovani un dialogo, che li portasse ad una riflessione su se stessi e sul mondo esterno, rendendoli maggiormente consapevoli e responsabili del reato commesso».
Un sindacato di polizia, in una nota stampa, ha fatto sapere che l’ultima aggressione ad Airola non è un caso isolato, ma che altri episodi di violenza si sarebbero registrati nelle ultime ore. «Di eventi critici ne sono piene tutte le carceri d’Italia. Bisogna rafforzare il concetto espresso nel nuovo motto degli agenti penitenziari: non più “vigilare per redimere”, ma “vigilare per infondere speranza”. Non si può pensare che i trasferimenti da un carcere all’altro risolvano i problemi, anzi io direi che li creano. E questo è un fallimento per tutti noi».
Attualmente, nelle 17 carceri minorili d’Italia, sono 264 i giovani ristretti. In Campania, 35 detenuti si trovano nell’Istituto di Airola e 45 in quello di Nisida