Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso che la Regione Campania aveva presentato contro la sentenza del Tar campano che aveva dato ragione a un gruppo di genitori che si opponevano al ricorso della Dad in piena seconda ondata di Covid, nel novembre 2020. La terza sezione dell’organo di Palazzo Spada ha, di fatto, annullato la sentenza dei giudici amministrativi campani avallando le disposizioni e le ordinanze firmate dal governatore Vincenzo De Luca che inibivano la presenza in classe per timore dei contagi.
Nella sentenza si rileva che “a fronte di un’epidemia il cui dilagare sfuggiva, nella forma e nella rapidità, a qualsiasi forma di controllo e dei dati dell’incremento dei contagi e dei decessi, la Regione ben poteva ritenere necessario proseguire con la didattica a distanza”. I giudici sottolineano, inoltre, che non si è leso il diritto allo studio: “Le misure intraprese dal presidente della Regione non sono state di interruzione del servizio scolastico, ma di erogazione in forma diversa e più prudenziale. Non è stato compromesso il diritto allo studio, ma ne è stata prevista una modalità alternativa, che meglio si conciliasse con la gravissima crisi pandemica mondiale in un’ottica di equilibrata ponderazione di contrapposti interessi, a salvaguardia del primario valore della salute dell’intera popolazione regionale”.
“Nel decidere la momentanea chiusura delle scuole e la didattica a distanza – si legge nella sentenza – il presidente della Regione Campania ha considerato non solo la gravità della epidemia in atto, ma anche l’intero contesto, e quindi l’utilizzo dei mezzi di trasporto, l’affollamento per le vie dei ragazzi che si recano a scuola, la situazione dei locali, degli edifici scolastici, se consentivano o meno il distanziamento”. Vengono, quindi, recepiti i rischi “non conosciuti, nè prevedibili” alla base dei provvedimenti adottati. “Con le nostre ordinanze ci siamo assunti la responsabilità – ha commentato De Luca – perchè su certe situazioni o facciamo le cose comode o facciamo cose che ci pare giusto fare. Poi si può ragionare su opinioni diverse, ma muoviamoci su quello che riteniamo giusto per evitare che la società vada a rotoli. Questa sentenza è una buona notizia, mi avevano chiesto anche un risarcimento”
E sull’argomento è intervenuto attraverso un post sui social il sindaco di Benevento Clemente Mastella: “Fui attaccato in maniera strumentale, così come avvenne con De Luca, da parte di un gruppo di persone che minacciarono di denunciarmi per avere io chiuso le scuole in presenza del ritorno prepotente del covid. Persone, con chiara ispirazione politica, tese a screditarmi. Ci furono comitati e comitatini. Manifestazioni davanti alla prefettura. Che amarezza per me, che volevo solo salvaguardare la salute dei bambini. Fui denunciato. Incredibile. Ora la sentenza del Consiglio di Stato a favore di De Luca e di tutti noi sancisce che avevo ragione. Perché “l’azione dei pubblici poteri può e deve tradursi in una prevenzione anticipata, a tutela del valore primario della salute”. Utilizzare ideologicamente le questioni della salute la ritengo una cosa dal valore morale pari a zero”.