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Benevento| Piano di Corte, la lettera di un residente: “All’amministrazione comunale non interessa la cultura”

Benevento| Piano di Corte, la lettera di un residente: “All’amministrazione comunale non interessa la cultura”

27 Maggio 2022 | by redazione Labtv
Benevento| Piano di Corte, la lettera di un residente: “All’amministrazione comunale non interessa la cultura”
Attualità
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un residente del centro storico di Benevento, Claudio Di Pietro,  in merito ai lavori di piazza Piano di Corte

“Detto fatto: sono bastate alcune alte grida, come sempre stonate, di commercianti che si lamentavano a loro modo del fatto che importanti ritrovamenti archeologici di epoca medievale potessero ostacolare i loro traffici, spalleggiati addirittura dal presidente del comitato di quartiere, ed ecco che a Piazza Piano di Corte di Benevento il recinto del cantiere degli scavi si è spostato più in là di qualche metro allo scopo di rendere più agevole l’accesso ad alcuni locali che devono le loro fortune alla cosiddetta movida, con il piccolo effetto collaterale di aver ridotto il già esiguo corridoio riservato al traffico veicolare ad uno stretto budello in cui è estremamente arduo muoversi anche con un passeggino.

Un’improvvisa pudicizia ha avvolto la scena, purtroppo non nel senso di schermare le sconcezze movidare bensì gli scavi nel cantiere con un drappo di cui non si sentiva, dai più, la mancanza. Speriamo che serva almeno a limitare l’uso dell’area di cantiere come discarica notturna da parte di tanti frequentatori della zona che costringono i lavoratori impegnati nei lavori a ripulire gli scavi al mattino prima di intraprendere ogni altra attività. Stupefacente!

In una città in cui l’immobilismo, l’assuefazione, l’inazione sono entrati nel DNA, basta un lamento scomposto per spostare un’intera area di cantiere. In una città in cui dell’ormai storico aforisma di Tomasi da Lampedusa non è nemmeno arrivata la seconda parte mentre la prima trova ben più grandi fortune (Perché tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi). Sembra ormai evidente, semmai si fosse sentito il bisogno di una conferma, da che parte stiano gli amministratori: non dalla parte della cultura, della storia che pure permeano questa sfortunata città non del civismo ma dalla parte dei bagordi.

Eppure, ben altro PIL (se volessimo pensare solo a questo parametro economico) sarebbe in grado di produrre, soprattutto in termini qualitativi, la valorizzazione dei nostri tesori archeologici, aimè da molti, troppi considerati quattro pietre. E fra questi soggetti ci sono anche quelli che determinano le sorti di questa povera città.

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