Accuse del delegato provinciale del Coni di Avellino, Giuseppe Saviano, rispetto alla chiusura del Centro di medicina sportiva presso il Centro Australia. Attraverso il suo legale, l’avvocato Luca Panico, arriva la replica della dottoressa Zerella anche nella sua qualità di responsabile dell’ambulatorio di medicina dello sport presso l’ospedale “Sant’Ottone Frangipane” di Ariano Irpino. Ecco alcune puntualizzazioni rispetto a quanto dichiarato da Saviano, al fine di tutelare la propria reputazione personale e professionale, sia come medico dello sport che come responsabile pubblico.
Appare necessario puntualizzare in via preliminare che l’ASL, per tutto il territorio di propria competenza, è stata dotata, fino alla fine dell’anno 2021 di due diversi ambulatori per la Medicina dello Sport, uno sito ad Avellino, il cui responsabile era il dott Luciano Marino, e l’altro sito ad Ariano Irpino, il cui responsabile è a tutt’oggi la dott.ssa Zerella e nessuna delle due strutture aveva una preminenza gerarchica, funzionale o organizzativa sull’altra.
In data 01/01/2022 è andato in pensione il dott. Marino, così che l’ambulatorio di Avellino, privo di un responsabile, è rimasto da allora chiuso e sull’intero territorio della provincia di Avellino ha in questo scorcio di 2022 continuato ad operare l’ambulatorio di Ariano Irpino.
Fatta questa preliminare puntualizzazione, preme fare chiarezza su quattro diversi passaggi del testo del Prof. Saviano. Sulla dichiarazione di Saviano riguardante il fatto che “la chiusura del Centro di medicina sportiva preclude, a numerosissimi sportivi la possibilità di usufruire di un servizio, vanto della nostra Provincia, che, tra l’altro, prevedeva, elemento non trascurabile, la gratuità delle visite mediche agonistiche per atleti federali di età inferiore ai 18 anni”, ecco la replica. “Sul punto, occorre evidenziare che l’ambulatorio di Ariano Irpino ancora oggi offre gratuitamente visite mediche agonistiche per atleti federali di età inferiore ai 18 anni, così che si dimostra falsa l’affermazione del Saviano secondo cui tale possibilità sarebbe oggi preclusa agli sportivi della Provincia di Avellino”.
Poi in merito alla frase “Non accettiamo nemmeno surrogati, tipo visite in altri comuni che comporterebbero costi altissimi e notevoli disagi per l’eventuale utenza”, pronta la risposta: “In ordine a tale affermazione, appare evidente che la distanza fisica tra i due comuni in argomento, circa 50 km, non possa rappresentare un impedimento o un fattore di costo decisivo, sicché l’utilizzo del termine “surrogato” non può essere ritenuto collegato all’impossibilità di avvalersi dei servizi dell’ambulatorio di Avellino quanto ad una presunta minore qualità dei servizi messi a disposizione dell’utenza dall’ambulatorio di Ariano Irpino e, in definitiva, dalla dott.ssa Zerella che ne è la responsabile e le cui qualità professionali vengono indebitamente messe in discussione da tale affermazione”.
E ancora sull’affermazione di Saviano: “Viene leso un diritto alla salute ed allo sport dei nostri atleti che avevamo conquistato attraverso battaglie di civiltà e che aveva posto all’avanguardia, già da tempo, il nostro territorio, relativamente ai servizi di medicina dello sport”, ecco la risposta: “È lapalissiano come alcun “diritto alla salute ed allo sport” venga leso, atteso che l’ASL di Avellino assicura il servizio previsto dai LEA con la presenza dell’Ambulatorio di Ariano Irpino, il cui operato viene gravemente sminuito dalla riportata affermazione”.
E ancora, sulla dichiarazione: “Chiediamo, pertanto, il ripristino del Servizio di medicina sportiva presso il Centro australiano anche perché, a causa dell’emergenza pandemica, Il Ministero della salute, attraverso la Federazione nazionale medici Sportivi, raccomanda, agli atleti colpiti da Covid-19, i controlli post malattia presso lo stesso Istituto dove avevano effettuato la visita di idoneità sportiva”, la replica è decisa: “Questa affermazione del prof. Saviano, è assolutamente mendace, volta a creare confusione e disinformazione nel Pubblico e ad arrecare, inevitabilmente, un danno al lavoro svolto dalla dott.ssa Zerella nello svolgimento ultradecennale della propria attività professionale”.
Invero, il Ministero della Salute, con la nota DGPRE N.0003566-P-18/01/2022, con la quale aggiorna la Circolare della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute prot. N. 1269 del 13/01/2021, riporta espressamente: “… L’esecuzione della visita medica finalizzata al “Return To Play” dovrebbe preferibilmente essere effettuata dallo stesso medico valutatore che ha rilasciato la precedente idoneità alla pratica della attività sportiva agonistica e presso la stessa Struttura di Medicina dello Sport …”. Si tratta, quindi, di una raccomandazione e non di un obbligo e, soprattutto, il legame cui punta il Ministero è quello tra il medico e l’atleta, così da valorizzare la conoscenza che il medico ha della storia clinica dell’atleta, e non tra la struttura in senso fisico e l’atleta così che nel caso in argomento quel legame è definitivamente interrotto, in ragione del pensionamento del dott. Marino ed a nulla varrebbe, almeno a questo fine, la riapertura dell’ambulatorio di Avellino.