L’indagine condotta da Unioncamere nazionale, con la collaborazione della BMTI (Borsa merci telematica italiana) e la REF Ricerche, sui prezzi pagati all’industria alimentare dalle Centrali di Acquisto della GDO, indica un aumento del +2,1% nel mese di marzo.
Tra i prodotti che a marzo hanno registrato variazioni rispetto al mese precedente spicca l’aumento del pollo fresco (+4,3%), a causa di un’offerta ridimensionata nei mesi scorsi dall’influenza aviaria e dall’aumento dei costi dei mangimi, e del burro (+3,8%), segnato dalla riduzione delle disponibilità a livello continentale. Diffusi ed elevati aumenti anche nei prodotti cerealicoli e derivati (pasta di semola +3,7%, riso +3,7%, biscotti +3,6%, pane +3,4%), per effetto dei rincari delle materie prime (grano duro, grano tenero) e dell’energia già in atto nel 2021.
Si prevede che l‘inflazione dovuta agli aumenti della media dei 46 prodotti alimentari oggetto della rilevazione, acquistati dalle Centrali d’Acquisto, rispetto all’anno precedente si proietteranno nel bimestre aprile-maggio verso il +12,7%
Le maggiori accelerazioni si prevedono ancora una volta per la carne di pollo (+33,3%), l’olio di semi vari (+31,6%) e la pasta di semola (+26,8%). Attesi aumenti sulle farine, sui cereali e sui prodotti derivati sono capillari ed intensi con la farina di grano tenero in crescita del +19,8% e le fette biscottate del +16,2%, spinti dalle tensioni che persistono nello scenario internazionale. Significativa anche la crescita attesa per il riso (+16,2%). La filiera risicola nazionale è segnata negli ultimi mesi da un’offerta disponibile inferiore alla domanda delle riserie, da timori legati all’impatto sulle prossime semine delle condizioni siccitose registrate in Nord Italia e dagli elevati costi di produzione, a cominciare da energia e fertilizzanti.
Le anticipazioni raccolte sui prezzi pagati all’industria alimentare dalle Centrali d’Acquisto prevedono un’accelerazione dell’inflazione alimentare al consumo nei mesi estivi, con valori superiori al 7% (per la media dell’anno 2022 la previsione è ora al +6,1%).
L’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, a cui vanno sommati i problemi collegati ai trasporti e alla logistica – ha commentato Salvatore Riccio, Commissario Straordinario della Camera di Commercio di Benevento – grava pesantemente sull’industria alimentare. L’autorevolezza della rilevazione indica che l’aumento dei prezzi non è ingiustificato, ma è la conseguenza, peraltro nota a tutti, della crisi globale che stiamo vivendo ed a cui occorre fare fronte comune per evitare che ricada esclusivamente sulle imprese e sui consumatori.