Un modello digitale del territorio stile americano, una rielaborazione di cartografie geologiche storiche, una carta geologica, una carta geomorfologica, una carta della vegetazione, una carta dei rischi incendi, una carta sull’uso del suolo, una carta delle pendenze, una carta delle esposizioni di energia, una carta del rilievo, una carta geoturistica e le schede dei geositi individuati. Sono questi i risultati prodotti dal Dipartimento di Scienze e Tecnologia dell’Università del Sannio che, ieri pomeriggio, ha illustrato il lavoro realizzato a seguito di un accordo stipulato con l’Ente Parco Regionale del Taburno-Camposauro. A rendere noti gli obiettivi raggiunti sono stati la direttrice del DST Unisannio, Maria Moreno, il professore Francesco Maria Guadagno, il ricercatore Alessio Valente, il professore Filippo Russo ed il presidente dell’Ente Parco Costantino Caturano.
A fare gli onori di casa è stata la direttrice Maria Moreno ponendo l’accento: “Sull’importante sinergia venutasi a creare tra Ente Parco ed Università per dare vita ad una collaborazione importante sia dal punto di vista scientifico che didattico viste le intense attività di ricerche condotto nell’Area Protetta”.
Il professore Guadagno, nelle vesti di domus del progetto, ha evidenziato l’importanza della ricerca in vista della candidatura Unesco GlobalGeoPark: “Nel quadro di questo accordo di programma abbiamo messo un punto importante perchè pure se c’era una grande conoscenza geologica, essa non era mai stata messa a sistema, non era mai stata organizzata per essere un dimostratore delle specificità di quest’area. Quest’area è stata in passato un’area di studio di tutte le Università ma soprattutto di quella di Napoli con il professore D’Argerio. Proprio una di queste cartografie è stata riorganizzata e recuperata. E’ stato il primo passo che si è estrinsecato nella produzione di una serie di cartografie”.
Tanti i nomi dei docenti che hanno offerto il loro contributo alla stesura delle cartografie, ognuno nel proprio ambito di competenza, come Ciarcia, Senatore, Nassi, Fiorillo, Gaurino, Sciarillo e Russo con il doppio ruolo di conduttore e ideatore di un prodotto innovativo come la carta geomorfologica.
Ed è stato proprio quest’ultimo ad illustrare i singoli punti: “I dati sono informatizzati e quindi – ha chiarito Russo – aggiornabili per eventuali revisioni, ma questo materiale sarà presto disponibile nella forma cartacea. Un primo passo informativo che sarà a disposizione di tutti i fruitori del Parco. Un unicum che abbiamo iniziato a realizzare per offrire elementi precisi. Un tentativo anche insolito con una scala a 35mila. Abbiamo preferito seguire un modello sperimentale, cioè quello americano. Con questa tipologia di cartografia il visitatore vedrà il paesaggio, gli elementi principali che lo costituiscono e si orienterà laddove potrebbe scegliere di immergersi nelle bellezze dei luoghi”.
A seguire c’è stato l’intervento del professore Valente: “La caratteristica del Parco del Taburno è che i circa 44 geositi hanno un forte intreccio, una forte relazione con gli altri patrimoni materiali ed immateriali di interesse storico, architettonico e culturale. Il fiore all’occhiello è rappresentato dalla Cava Uria. Il Parco del Taburno-Camposauro è capace di raccontare una storia geologica a partire da circa 150 milioni di anni fa. E questa è uno degli aspetti più importanti per catalizzare i visitatori”.
A conclusione degli interventi ha preso la parola il presidente dell’Ente Parco del Taburno, Caturano: “E’ stato fatto un grandissimo lavoro e la bibliografia lo dimostra che non era facile ottenere questi risultati. Io ho sempre pensato che l’Ente Parco avrebbe dovuto colloquiare con l’Università del Sannio. Si tende andare sempre fuori provincia quando abbiamo un’Università che è un’eccellenza. Il primo rigo di tutti gli output ottenuto è proprio questo: definire in maniera precisa le cartografie. Noi siamo gestori dell’ex area Sic con delle norme di salvaguardia particolari fino ad arrivare la conservazione tutela e della fuana e della flora. Io sono contentissimo perché – come ha detto il professore Russo – per la prima volta siamo i primi ad avere un carta geomorfologica in Regione Campania”.
La candidatura Unesco GlobalGeoPark impone una corsa contro il tempo per poter dare seguito ai 101 punti stabiliti all’interno della check list di partecipazione. Un titolo ambito per il riscatto del territorio del Taburno-Camposauro che in queste settimane sta giocando una partita molto importante.