Agguati in Valle Caudina, la senatrice Lonardo: “Occorre una riflessione sui fenomeni delinquenziali, bisogna denunciare”
Attualità
Gli ultimi, agghiaccianti fatti di cronaca registrati a Cervinara e San Martino impongono una doverosa riflessione sui fenomeni delinquenziali che interessano territori attigui alla nostra provincia ma che di fatto coinvolgono aggregazioni criminali che si estendono ben oltre la sola Valle Caudina”. Cosi la senatrice della componente IDEA-CAMBIAMO!-EUROPEISTI-NOI DI CENTRO (Noi Campani) del gruppo Misto, Sandra Lonardo interviene sui recenti fatti di cronaca avvenuti in Valle Caudina. Anche in un Sannio bollato spesso, in maniera troppo semplicistica, come “isola felice” – aggiunge Lonardo pur non caratterizzato da reati di particolare spessore e da situazioni di degrado sociale tipiche di altre realtà locali, bisogna essere in grado di stare al passo con i tempi, non abbassando mai la guardia e tenendo costantemente alto il livello di attenzione per prevenire ogni fenomeno che possa minare la tranquillità sociale.
Le attività illecite privilegiate dalle organizzazioni malavitose nelle nostre zone sono diverse e vanno dalle estorsioni ai delitti contro la persona, dall’usura al reimpiego di risorse economiche di provenienza illecita in attività imprenditoriali apparentemente legali, come la gestione di esercizi commerciali. Ma di certo è il traffico di sostanze stupefacenti il principale business che sostiene e alimenta tutti gli illeciti di cui sopra.
Un aspetto che ci tocca più da vicino perché riguarda soprattutto i più giovani. E di fronte a questo dilagante fenomeno – si legge nella nota – occorre ritrovare quello spirito di comunità che consenta a ciascuno di noi di sentirsi responsabile per il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti. Dobbiamo trovare il coraggio di prendere coscienza, di denunciare, di non chiudere gli occhi o voltarci dall’altra parte se percepiamo qualcosa di strano intorno alle nostre vite e a quelle dei nostri parenti o amici, per le strade, all’interno delle stesse famiglie. Come? Prestando particolare attenzione ai comportamenti dei figli, in special modo nell’età dell’adolescenza, una fase della crescita individuale tendenzialmente a rischio in cui le frustrazioni mal tollerate ed il sapore della trasgressione possono esporre ad esperienze devianti.
Il Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio, nella relazione 2021 (dati 2020) sulle tossicodipendenze, ha rivelato che nel 2020 è aumentato il quantitativo di sostanze sequestrate nel territorio nazionale (+7,4%), a fronte di un numero inferiore di operazioni antidroga svolte dalle Forze di Polizia (-13%). Nel mercato illegale delle droghe, le associazioni malavitose si sono adattate al cambiamento radicale causato dal Covid e si ipotizza che questo sia avvenuto potenziando la digitalizzazione dell’offerta e dell’acquisto. Questi traffici hanno beneficiato del dirottamento delle Forze dell’Ordine verso i controlli legati alla pandemia, della chiusura dei tribunali con relative difficoltà di registrazione degli atti, che hanno portato a un rallentamento delle procedure.
Diversamente dalla contrazione dell’uso della cannabis, nel 2020 è stato registrato un importante incremento dei quantitativi di cocaina sequestrata a fronte di un numero inferiore di operazioni antidroga: in termini assoluti risultano quasi duplicati (oltre 13 quintali), con un aumento del 62% in un anno. Secondo recenti indagini e ricerche specializzate, è in forte crescita il consumo di cocaina tra i ragazzi sotto i 25 anni. Si tratta di un consumo di tipo “situazionale” (ovvero legato ad eventi specifici quali feste private, serate in locali notturni) da parte di assuntori sempre più giovani, appartenenti alle più diverse fasce sociali, che non si considerano in alcun modo tossicodipendenti. La facile reperibilità della sostanza e i costi ormai accessibili a chiunque hanno facilitato la sua recente diffusione, insieme alla scarsa consapevolezza, da parte dei giovani che ne fanno uso, dei principali effetti a livello sia fisico che psichico.
I recenti blitz antidroga delle Forze dell’Ordine nella città di Benevento dipingono un quadro allarmante, con episodi che non vanno sottovalutati. Come spiegato dal procuratore Policastro in tempi non sospetti, l’attività di spaccio “può contare sempre su nuovi addetti al settore, oltre che su coloro che recidivano” e continua a mantenersi sostanzialmente costante “perchè la domanda è molto alta” e incrocia l’offerta del mercato.
La droga è una questione pubblica, culturale e sociale. Serve un ripensamento globale. Più che alla repressione, bisogna puntare sulla riduzione delle assunzioni: abbassando la domanda, si ritrarrà anche l’offerta. Proviamo a far convergere ogni sforzo su un patto intergenerazionale, capace di trasformarsi in contratto educativo. Parliamo ai ragazzi nella fase più problematica della crescita, impegniamoci ad ascoltarli in modo attivo ed empatico, affrontiamo insieme a loro e cerchiamo di comprenderne paure e fragilità. Se la droga è già stile di vita socialmente accettato, non si ha più tempo di indugiare”.
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