Ulteriore flessione della curva dei contagi, calo anche delle ospedalizzazioni e dei decessi. E’ quanto emerge dal consueto report settimanale della Fondazione Gimbe in riferimento alla situazione Covid in Campania. Rispetto alla settimana precedente si registra una diminuzione dei nuovi casi del 27,1%. Gli attualmente positivi per 100.000 abitanti sono 2944, una settimana fa erano 3410. Il calo riguarda tutte e cinque le province. In questa particolare classifica Sannio e Irpinia occupano rispettivamente la quarta e quinta posizione, segno di una minore circolazione del virus.
Ad ogni modo i numeri restano ancora alti, ma l’incidenza settimanale rappresenta solo uno tre parametri considerati cruciali per il contenimento della pandemia. Gli altri due sono il tasso di occupazione dei posti letto disponibili nei reparti ordinari e quelli in terapia intensiva. In Campania entrambe le percentuali sono in calo rispetto ad una settimana fa e nel caso della terapia intensiva il dato è sotto la soglia di saturazione. Nel reparto più critico, infatti, si trova l’8% dei pazienti covid. Resta sopra la soglia la situazione nell’area medica (25,8%). “In Italia si conferma un ulteriore calo degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – la cui media mobile a 7 giorni scende a 80 ingressi rispetto ai 99 della settimana precedente» Diminuiscono a livello nazionale anche decessi: 2.172 negli ultimi 7 giorni, con una media di 310 al giorno rispetto ai 370 della settimana precedente.
La campagna vaccinale: in Campania crescono le vaccinazioni nella fascia 5-11 anni: il 22,7% dei bambini ha concluso il ciclo ma ha ricevuto almeno prima dose il 32,8%. Rispetto a sette giorni l’incremento è del 5,1% e del 1,3%. Più contenuto, invece, il dato riferito alla popolazione over 12, soprattutto di chi si è sottoposto alla prima vaccinazione. Sia per gli under che gli over 12 la media regionale resta inferiore a quella nazionale.
La discesa della quarta ondata – spiega Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe – insieme alle elevate coperture vaccinali e all’arrivo della primavera permettono di guardare al futuro con ragionevole ottimismo, al netto di nuove varianti più contagiose o più gravi. Tuttavia, se da un lato questo permette di allentare progressivamente le restrizioni, dall’altro la consapevolezza della stagionalità del virus impone a Governo e Regioni di utilizzare i mesi di tregua per programmare la campagna vaccinale d’autunno, al fine di evitare nuove ondate di ricoveri e decessi, soprattutto in persone anziane e fragili. Da tenere in conto anzitutto, viste le attuali incertezze sulla durata della copertura della terza dose sulla malattia grave, dell’eventuale necessità di un richiamo prima del prossimo inverno. In secondo luogo, i non vaccinati (anche se guariti) e i contagiati durante la quarta ondata che non hanno fatto il booster si ritroveranno nuovamente esposti al virus; ancora, il mancato decollo delle vaccinazioni nella fascia 5-11 anni non potrà che ostacolare il normale svolgimento delle lezioni per il prossimo anno scolastico. Infine, con il verosimile termine dello stato di emergenza, l’organizzazione della campagna vaccinale passerà interamente in mano alle Regioni, con il rischio di enfatizzare le attuali difformità in termini di performance. Ecco perché, al di là della querelle su green pass e mascherine, è fondamentale volgere già adesso lo sguardo sullo scenario del prossimo autunno-inverno, verosimilmente caratterizzato dalla ripresa stagionale della circolazione virale parallela al declino delle coperture vaccinali. Un “film” che, peraltro, andrà in onda in un clima di campagna elettorale per le politiche del 2023».