Due settimane da raccontare, quelle di Fred Bongusto erano tre, ma a Mastella ne sono bastate un paio per stupire e stupirci della sua inusitata capacità di subire qualche sfottò di troppo dagli altezzosi direttori di giornale e di telegiornale nazionali. E di farsene beffe di loro mostrando le uova e ben sapendo che poi, alla chetichella, gli stessi lo vanno a cercare per avere anche la sua opinione; Lui lo sa e ci marcia. E d’altra parte per quale motivo non dovrebbe approfittarne visto che i guri dell’informazione nazionale ritengono che il parere di un sindaco di provincia dal passato “fulgido e splendente”, a guisa del cavalier Improta, sia ancora importante per capire gli andamenti di una convulsa e assai modesta congerie politica? Loro lo chiamano e lui si presta anche a costo di qualche esagerazione di troppo ma è lo showbusiness che lo impone e Lui, che ha scoperto il glamour, si presta e così sia. Certo quando le luci della ribalta nazionale inevitabilmente si spegneranno e Lui dovrà ob torto collo tornare ad avere a che fare con i prodotti nostrani, ebbè, allora qualche contraccolpo lo subirà almeno fino alla prossima puntata di di Agorà oppure di Tagadà, o giù di li. E già si muove in questa direzione. A chi gli rimprovera di fare il sindaco a tempo perso, di andarsene per l’Urbe e magari di snobbare le vicende della sua città come scrivono Perifano e Rosetta, Lui replica tagliente che non risponderà più dinanzi a cotanta invidia e populismo. Poi piazza la lama. “Ho chiesto agli inviati italiani e stranieri che sono a Roma, per le elezioni al Quirinale e per ragioni di pluralismo, di intervistare Perifano e De Stasio. Mi hanno risposto: Perifano e De Stasio chi? L’amministrazione lavora con abnegazione ed impegno”. L’ironia non è proprio parte del suo armamentario ma il sarcasmo si. I “carneadi” per ora tacciono ma c’è da stare sicuri che qualcosa gliela replicheranno. Ora, al netto dello scemanfù del sindaco che non sembra darsene peso, cosa vogliono costoro dal Mastella rieletto? Del Ceppalonico si può dire tutto e il contrario di tutto ma una linea di coerenza l’ha sempre mostrata. Nel pomeriggio del trionfo fu subito chiaro che il suo massimo sforzo sarebbe stato quello di rifondare il Centro; non ci è sembrato che indugiasse sulla città da risollevare o che ringraziasse quelli delle tre contrade e di qualche condominio che lo hanno lasciato in sella e neppure che mostrasse particolare sensibilità verso i suoi galoppini schierati a salvaguardia della roccaforte minacciata dal ballottaggio dovendo anzi provvedere a non scontentare nessuno di quelli. Parlò subito di strategie e di connubi, ovviamente supportato dai Mentana e o dai Porro di turno. Che colpa ne ha lui? L’amministrazione non è affar suo e questo lo sa molto bene tanto che, probabilmente, assisteremo ad una maggiore volontà di delega verso i suoi collaboratori di questioni che non ineriscono la sua figura di “pater patriae” e al diavolo i rompicoglioni come Corona che gli scassa i gabbasisi con una lettera nella quale gli imputa il “danno d’immagine, con la città che non può sopportare danni economici, di dipendenza incurabile da esposizione mediatica, di sostanziale “spettacolo indecoroso”, di essersene andato in giro con l’auto del Comune ed altre amenità simili. Roba vecchia, cose da bacchettoni di tanti anni fa, orsu…. Se vorrà, Lui, dirà che non becca un euro dalla sua funzione di sindaco, che chi lo critica o non si è sottoposto al giudizio del voto o che pur sfidandolo ha preso meno voti di lui e che in fin dei conti ha vinto e gli altri hanno perso ed è già molto che abbiano facoltà di parola prima del 2500 dopo Cristo. Insomma, Benevento ha un leader e cazzarola a Mastella come al Cavaliere Nero nu glie se deve…
Post scriptum: sperava in Casini ma Mattarella va bene lo stesso…due settimane da raccontare…