Comunicare, ascoltare musica, vedere video e migliorare le opportunita’ di apprendimento in maniera autonoma: cinque adolescenti con lesioni cerebrali, acquisite dopo uno stato di coma, sono riusciti a recuperare la capacita’ di svolgere queste normali attivita’ grazie alla tecnologia, ed in particolare un computer portatile e un sensore posizionato sul palmo della mano. Lo ha dimostrato la ricerca pubblicata sulla rivista Developmental Neurorehabilitation dal gruppo dell’Universita’ Giustino Fortunato di BENEVENTO, coordinato dal professor Fabrizio Stasolla e di cui fa parte anche la professoressa Sara Bottiroli che lavora anche all’IRCCS Fondazione Mondino di Pavia. Allo studio hanno preso parte anche Alessandro Caffo’ dell’Universita’ Aldo Moro di Bari e DonatellaCiarmoli dell’Unifortunato.
Le persone che escono dal coma e che hanno subito lesioni cerebrali traumatiche, si legge in una nota dell’Universita’ Giustino Fortunato, hanno molte difficolta’ ad affrontare le attivita’ quotidiane e potrebbero aver bisogno di programmi riabilitativi individualizzati, per promuovere l’autodeterminazione e l’indipendenza. La sperimentazione e’ stata eseguita presso i centri riabilitativi di Bari e Provincia, in particolare RSSA e Policlinico, e si e’ basata su un computer portatile con software adattato, un’interfaccia e un sensore a sfioramento/contatto/pressione fissato sul palmo dellamano dei partecipanti.
La fase di follow-up, invece, e’ stata eseguita presso il domicilio dei partecipanti, a 6 mesi di distanza dalla fine dell’intervento. Durante le sessioni di lavoro i partecipanti potevano, tra l’altro, accedere a brevi attivita’ didattiche, come leggere, ascoltare un breve racconto, oppure eseguire semplici operazioni aritmetiche quali somme e sottrazioni; richiedere l’interazione con un genitore oppure un operatore per soddisfare bisogni primari e/o ludico-ricreativi, come ascoltare musica oppure vedere un breve video; scrivere su un foglio word attraverso un emulatore di tastiera.
“La tecnologia, a supporto degli adolescenti con lesioni cerebrali traumatiche emergenti dallo stato di minima coscienza – ha spiegato il prof. Stasolla, associato di Psicologia dello Sviluppo all’Unifortunato – ha favorito le loro opportunita’ di comunicazione, occupazione e/o tempo libero/ricreative, enfatizzando il loro ruolo attivo, l’impegno costruttivo e la loro partecipazione positiva. I partecipanti hanno inoltre consolidato l’apprendimento nel tempo”