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De Caro indagato, Di Maria scarcerato ma sospeso

De Caro indagato, Di Maria scarcerato ma sospeso

11 Dicembre 2021 | by Enzo Colarusso
De Caro indagato, Di Maria scarcerato ma sospeso
Attualità
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Il nome di Umberto Del Basso De Caro che salta fuori dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Benevento sulle tangenti per maxi appalto di Autostrade e per il quale è finito ai domiciliari l’imprenditore Fulvio Rillo, vicepresidente di Confindustria. Per primo a riportare la notizia dell’iscrizione di De Caro nel registro degli indagati è stato Il Fatto Quotidiano ma sembra che l’ipotesi di reato non sia quella di corruzione ma di favoreggiamento e per questo giovedi il parlamentare del PD sarà ascoltato in Procura dal PM Sansobrino che ha condotto le indagini. Questa della maxitangente è una inchiesta che getta ombre sinistre sul metodo politico-affaristico con cui si affronta la corretta gestione dell’assegnazione degli appalti nella nostra provincia. Gli arresti di Di Maria, che il Riesame ha scarcerato ma ne ha disposto la sospensione per dieci mesi dalla carica di presidente della Provincia, un provvedimento che in sostanza dimette Di Maria visto che alla fine dell’anno prossimo si vota per la presidenza della Rocca, e quello di Rillo nell’inchiesta ultima suonano come un “lugubre singulto” nei confronti della credibilità delle istituzioni e dei pubblici funzionari dello Stato e del mondo dell’imprendotoria, del nebuloso mondo degli appalti pubblici che ruota attorno ad esso. Lasciando sempre alla magistratura giudicante il compito di fare chiarezza e di ravvisare o meno le responsabilità di ognuno dei coinvolti, è bene sempre ricordare che c’è un’altra magistratura, quella inquirente, che svolge il suo ruolo per intero e con il supporto delle forze di Polizia e di cui non si può non tenere conto nel complesso di una indagine giudiziaria che, come per quelle ultime, ha costituito un paio di anni buoni di lavoro certosino, con tanto di intercettazioni ambientali e telefoniche e che hanno finito per imporre le misure interdittive che ci hanno raccontato Policastro e i vertici delle Forze dell’Ordine. E allora, in attesa dei canonici tre gradi di giudizio è lecito parlare di un sistema diffuso di corruttela e di malversazione da cui la nostra Provincia non è stata mai immune nel recente passato e a quanto pare non lo è nemmeno oggi? E’ lecito affrontare il problema sceverandolo dalla mera sfera giudiziaria e irradiandolo invece in quella politica? Pare proprio di si. I legami sono evidenti e senza l’ingerenza della politica e il concorso di essa la stessa ratio di quelle illegalità sarebbe difficilmente ipotizzabile. E se si da per scontato allora che chi governa un territorio o lo Stato allunghi i suoi tentacoli su tutto ciò che si muove sotto il sole diventa complicato che quel sistema non si diffonda e non metta radici. Al di la delle responsabilità penali che sono personali occorrerebbe aprire un dibattito su questo problema che rischia di incancrenire la vita pubblica e delegittimare quel poco di credibilità che è rimasto presso l’opinione pubblica delle istituzioni e dei suoi servitori.

 

 

 

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