Si avvicina la fine dell’anno e iniziano ad arrivare le prime pagelle sulla qualità della vità delle province italiane. La prima in ordine di tempo è quella redatta da Italia Oggi e l’Università La Sapienza di Roma in collaborazione con Cattolica Assicurazione e giunta alle 23esima edizione. Disastroso il dato che emerge per le due province delle aree interne della Campania: Benevento precipita dalla 33esima alla 79 esima posizione mentre Avellino perde sei posizione passando dal 70esimo al 76esimo posto. La classifica prende in esame nove macro-aree che sono poi articolate in sedici sottodimensioni e un elevato numero di indicatori di base che indagano in maniera approfondita sui molteplici aspetti in cui la qualità della vita si manifesta sul territorio.
Ma come si spiega il tonfo di ben 46 posizioni del Sannio ? In primis il passo indietro che si registra in diversi indicatori, su tutti Affari e Lavoro che vede la provincia di Benevento passare dalla poco lusinghiera 82esima posizione al 90esimo posto e la situazione di stallo che riguarda altre voci dove il Sannio già era nella retrovie lo scorso anno , come reddito e cittadinanza e istruzioni e formazione. Inoltre, nonostante il 19esimo posto, la provincia si allontana dalle primissime posizione sulla Sicurezza Sociale e personale. Debutto incolore anche nella sezione Tempo Libero. Per il resto valori stabili e in tre casi (Ambiente, Salute e Popolazione) migliori rispetto al 2020.
Per quanto riguarda l’Irpinia situazione sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno. La provincia salva il capoluogo nella voce Ambiente dove si registra un un deciso balzo in classifica. Bene anche reati e sicurezza e sicurezza sociale, unico podio tra tutti gli indicatori. Cosi come il Sannio la provincia di Avellino nella retrovie per Affari e Lavoro, Reddito e Ricchezza e Tempo Libero.
La provincia di Parma conquista la vetta della classifica. Il rapporto registra quest’anno la scalata dei grandi centri urbani del Centro-Nord, con Bologna che era 27ma lo scorso anno e ora è quarta, Milano, che guadagna ben quaranta posizioni (dalla 45ª alla quinta) e Firenze, da 31ma a sesta. “Nella fase di uscita dall’emergenza pandemica, sono le grandi aree urbane del Centro-Nord che hanno mostrato la maggiore resilienza”, sottolinea il coordinatore della ricerca, Alessandro Polli, del dipartimento di Scienze sociali e economiche della Sapienza.
La qualità della vita viene definita “buona” o “accettabile” in 63 province su 107, lo scorso anno erano 60 su 107. Tradotto in termini di popolazione, 22 milioni 255 mila residenti (pari al 37,4% della popolazione italiana) vivono in territori contraddistinti da una qualità della vita scarsa o insufficiente, contro i 25 milioni 649 mila residenti della passata edizione, pari al 42,5% della popolazione.