Nel 2020 tra le città permangono differenze considerevoli nella disponibilità di alberi pro capite: crescono quelle con una dotazione superiore a 20 alberi/100 abitanti, con le 7 migliori che superano i 40: Brescia, Cuneo, Modena, Reggio Emilia, Trieste e Vibo Valentia; in fondo alla classifica, BENEVENTO e Potenza con meno di 5 alberi/100 ab. In aumento il valore medio di alberi in area urbana che passa dai 21,7 ai 24,13 alberi/100 ab. Lo rileva Ecosistema urbano 2021, il report realizzato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore che analizza 105
capoluoghi sulla base di 18 indicatori che riguardano aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia.
Il report dettagliato
Citta’ ferme, con poco coraggio, performance ambientali che non decollano. Tante chiacchiere che rimangono proclami di carta. E la conseguenza viene certificata da Legambiente: le citta’ campane sono poco green. In Campania rispetto allo scorso anno quasi tutte peggiorano le proprio performance e solo Caserta registra uno scatto posizionandosi al 66 posto scalando di 29 posizioni. Napoli scende all’ 91 stabilmente nella parte bassa della graduatoria( era 90ma scorso anno). Crolla Avellino che perde ben 43 posizione e si assesta alla 74esima posizione. Male Salerno che scende in zona retrocessione al 94posto( era 77a scorso anno). BENEVENTO rimane la prima citta’ campana in classifica al 57 posto scalando di tre posizioni. E’ il quadro che emerge dal
rapporto Ecosistema Urbano 2021, realizzato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ORE che prende in considerazione 105 capoluoghi e tiene conto di 18 indicatori
riguardanti sei componenti (aria, acque, rifiuti, mobilita’, ambiente urbano ed energia) per stilare una classifica delle performance ambientali delle citta’.
“Ecosistema Urbano- commenta Francesca Ferro, direttrice di Legambiente Campania- fotografa una Campania delle citta’ in buona misura ferma, che torna addirittura indietro su alcuni
indicatori ambientali. La pandemia non ha segnato, come e’ ovvio che sia, la fine delle citta’ e del loro ruolo di catalizzatori della crescita, ne ha pero’ certamente modificato i “contorni”,
le regole e l’indirizzo. Sono proprio le citta’, infatti, le prime promotrici della partecipazione dei cittadini alle risposte alle sfide critiche del post-Covid come il cambiamento climatico, la poverta’, l’inclusione, la disoccupazione. Per questo la pandemia deve necessariamente essere anche, oggi, l’occasione per “ridisegnare” le priorita’ e i modelli urbani, alzando l’attenzione e promuovendo con piu’ forza la mobilita’ sostenibile e la ridefinizione degli spazi tenendo conto delle necessarie novita’, come lo smart working in generale o la didattica a distanza in ambito scolastico. Nulla puo’ tornare come prima ed e’ urgente guardare in modo positivo al necessario (e obbligato) cambiamento innescato nelle citta’. Un cambiamento che pero’ necessita di essere governato con lungimiranza ed intelligenza attraverso linee guida ben chiare per commercio, lavoro, scuola, benessere e socialita’, gestendo al meglio i fondi straordinari che dal PNRR saranno destinati alle citta’. Saranno in grado i nostri amministratori, al di la’ dei bla, bla, bla ad essere all’altezza di questa sfida?”
Qualita’ dell’aria
La concentrazione nell’aria di biossido di azoto (NO2) costituisce, insieme al particolato sottile e all’ozono, uno dei maggiori problemi con cui le amministrazioni devono confrontarsi. In nessun capoluogo campano nel 2020 il valore medio delle concentrazioni misurate dalle centraline in ambito urbano e’ superiore al limite di legge di 40 μg/mc. La situazione peggiore si registra a Salerno, dove si e’ registrata una media 38,4 ug/mc;segue Napoli con 27,5; BENEVENTO con 26,3;Caserta con 18,8; Avellino 18,3. Anche per quanto riguarda le concentrazioni di Pm10 i valori medi rientrano nel limite per la protezione della salute umana di 40ug/mc previsto dalla direttiva comunitaria, mentre sforano tutte tranne Salerno l’obiettivo per la salute indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanita’ e’ di 20 ug/mc. I valori medi vedono in testa Avellino 33.2 ug/mc Napoli con 26,8 ug/mc; poi BENEVENTO con (26,6 ); Caserta con 24,4 e e Salerno con 19,5 ( dato risalente al 2019). Una situazione preoccupante se nel 2021 Napoli, Avellino e Caserta sono andati oltre i 35 giorni annui di superamento del limite dei 50 ug/mc consentiti dalla normativa, mentre per Avellino nel 2020 si e’ misurato oltre il doppio dei giorni di superamento della soglia.
Acqua e depurazione
Caserta e Napoli rispettivamente con 161,4 e 156,5 superano la media nazionale di 153 litri al giorno pro capite di consumi idrici domestici di acqua potabile mentre BENEVENTO con 150,8 si
avvicina di molto. Per stimare le probabili dispersioni si calcola che la quota di acqua potabile immessa in rete e non consumata: il dato medio sulla dispersione dell’acqua nei capoluoghi conferma una situazione critica e l’assenza di forti segnali di discontinuita’ col passato. La situazione peggiore si registra a Caserta con il 61,2% di perdite, BENEVENTO con il 37%
e Napoli con il 31%. Non hanno risposto Avellino e Salerno. Gli ultimi dati Istat relativi alla percentuale di popolazione servita da rete fognaria delle acque reflue urbane relativi al
2018 presenta una situazione molto critica a BENEVENTO dove appena il 17% di abitanti sono allacciati alla rete; mentre gli altri capoluoghi hanno percentuali buone con eccellenza per
Salerno e Avellino che raggiungono il 100% della popolazione.
Rifiuti, mobilita’ e verde urbano
Solo Avellino e BENEVENTO superano l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata fissato per il 2012 rispettivamente con una percentuale del 67,3% e BENEVENTO che raggiunge il 65,7
%.Segue Salerno con il 60,4%. Chiudono Caserta con il 51,3% e Napoli con il misero 36% (il 35% era l’obiettivo normativo da raggiungere nel 2006).La produzione di rifiuti rappresenta una
delle pressioni ambientali maggiori delle nostre citta’ e non solo laddove si sono verificate delle emergenze legate a raccolta e smaltimento. Per questo motivo la riduzione della
produzione dei rifiuti e’ un obiettivo importante individuato dalle politiche europee e nazionali. Nel 2020 solo Avellino e’ al di sotto di quota 400 kg/abitante all’anno. Gli indicatori del trasporto pubblico sono costruiti suddividendo le citta’ in base al numero di abitanti. Cio’ perche’ c’e’ una evidente incidenza del bacino di utenza (quindi il numero di abitanti, ma anche l’estensione geografica del capoluogo) sul dato finale. Il servizio di trasporto pubblico, direttamente proporzionale alla popolazione per quanto riguarda i valori assoluti vede andamenti in crescita per tutte le tipologie di citta’. Napoli con appena 38 viaggi per abitanti e’ molto lontana dalle altre grandi metropoli e citta’ turistiche come Milano 467 viaggi/ab, seguita da Venezia con 417 viaggi per abitante, Roma 328 viaggi/ab. L’offerta di trasporto pubblico viene calcolata in chilometri percorsi annualmente dalle vetture per ogni abitante residente, scegliendo il numero di abitanti in maniera analoga a quanto fatto per il precedente indicatore di uso del trasporto pubblico. Tra le grandi citta’, Milano si conferma al primo posto con 86 vetture-km/ab, segue Roma con 57 vetture-km/ab, Venezia con 51 vetture-km/ab. Lontana Napoli con 13 vetture-km/abitante. Tra i capoluoghi di medie dimensioni nessun capoluogo campano nessuno raggiunge 20 vetture-km/ab con la Avellino ultima con 8 vetture-km/abitante. Guardando alle piste ciclabili, nel 2020 buona performance di BENEVENTO con 19,35 m equivalenti ogni 100 abitanti che supera abbondantemente il valore medio nazionale delle piste ciclabili equivalenti che sfiora i 9,5 m. Dietro Napoli e Salerno rispettivamente con appena 0,43 e 0,24 m equivalenti ogni 100 abitanti. Per quanto riguarda le isole pedonali, dopo lo stallo registrato fino al 2016, il 2020 conferma la crescita registrata lo scorso anno dell’estensione media delle isole pedonali nelle citta’
italiane, che arriva ora a 0,48 m2 per abitante. In Campania nessuna citta’ raggiunge questa media, BENEVENTO e Napoli si avvicinano con 0,39 m2 e 0,32 m2, Caserta fanalino di coda con
appena 0,7 m2. In Campania solo Caserta tocca la cifra di 20 alberi /100 abitanti, seguita da Salerno con 15alberi/100 abitanti. Fanalino di coda Napoli e BENEVENTO rispettivamente
con 6 e 4 alberi/100 abitanti. Tutte le citta’ campane presentano dotazione inferiore 23mq/ abitante di verde urbano fruibile. Si passa dai 21,2 mq di BENEVENTO agli 12 mq di Napoli. Nota
dolente sul fronte delle energie rinnovabili, dove solo Avellino registra un minimo di diffusione di solare termico e fotovoltaico installato nelle strutture pubbliche, con un valore
di 7kW per 1000 abitanti al di sopra del valore medio nazionale, che si attesta sui 4,77 kW/1.00 ab. Fanalini di coda Napoli con 0,32 kW/1000 abitanti e Salerno con 0,2 kW/1000 abitanti
Oltre i numeri, le buone pratiche. Ecosistema Urbano dedica spazio a quelle realta’ che, a Nord come a Sud, presentano buoni esempi di sostenibilita’ non sempre visibili guardando ai soli
numeri e alle sole statistiche. Diciotto le buone pratiche premiate e inserite nell’edizione 2021 del rapporto. Due riguardano Napoli : e’ il caso del “Cantiere Partecipato” nel quartiere Forcella a Napoli, dove attraverso due progetti condivisi da associazioni, comune e privati si punta a migliorare la vivibilita’ dei cittadini, educando, tra l’altro, all’urbanismo tattico, ad una corretta raccolta differenziata e al riutilizzo. Oppure, sempre a Napoli, la rivoluzione energetica partita dalla periferia est di Napoli, quartiere di San Giovanni a Teduccio, dove e’ stata avviata la prima comunita’
energetica rinnovabile (CER) e solidale del nostro Paese promossa da Legambiente, sostenuta dalla Fondazione con il Sud e che vede protagonista la comunita’ locale, a partire dalla
Fondazione Famiglia di Maria e dalle 40 famiglie con disagi sociali coinvolte che godranno direttamente dei benefici di questo nuovo sistema