“È notizia di pochi giorni fa: lo Stop alla Deforestazione entro il 2030 è il primo accordo della Cop 26 di Glasgow. Finanziato con quasi 20 miliardi di dollari, finalizzati a piantare 1.000 miliardi di alberi, lo Stop è stato giudicato il punto di partenza per tentare di arrestare i cambiamenti climatici in atto, perché solo il rispetto a livello globale e locale delle “cattedrali della natura” – come ha definito gli alberi Boris Johnson – potrà salvarci, dato che la “conversione ecologica” delle fonti energetiche richiederà molti anni. Ma, se è essenziale il livello globale, altrettanto lo è quello locale, soprattutto considerato che in Italia la vera emergenza non riguarda le foreste propriamente intese ma la scomparsa delle piante dalle aree urbane e periurbane invase da CO2, come evidenziato dal Dott. Giorgio Vacchiano, ricercatore dell’Università Statale di Milano e promotore della Fondazione Alberitalia”. E’ l’inizio della nota stampa a firma del Comitato “Giu’ le Mani dai Pini” di Benevento.
“Un’emergenza – proseguono Luca Coletta e Francesco Di Donato – talmente rilevante che ormai non si contano i finanziamenti pubblici per la riforestazione urbana: dal Pnrr che prevede 300 milioni di euro per gli interventi di riforestazione realizzati dai Comuni al decreto ministeriale del luglio scorso che ha assegnato 15 milioni di euro ai 34 migliori progetti comunali in tal senso, dai 15 milioni stanziati negli ultimi due anni dal Ministero della Transizione Ecologica agli 80 destinati alle città con più di 60.000 abitanti per aiutarle a riforestare e combattere il riscaldamento globale.
E Benevento dove si colloca nel panorama nazionale delle aree urbane in cui il verde scompare e in quello delle città che hanno presentato progetti utili al finanziamento? A occhio non bene, considerato che la scorsa amministrazione si è distinta per scarso interesse all’argomento – non si ha notizia di alcun progetto per accedere ai finanziamenti – e per approccio addirittura distruttivo, in nome di una sicurezza dimostratasi nel tempo fallace.
Stiamo parlando dell’insano programma di abbattimento di tutti i pini di viale degli Atlantici, via Pacevecchia e via Fratelli Rosselli (ben 352 sulla base del nulla), ma anche del trattamento riservato agli esemplari rari e storici della Villa Comunale e in generale a tutti gli alberi cittadini, lasciati privi delle cure necessarie e di tecniche manutentive eseguite a regola d’arte. A suggello di ciò, lo striminzito bilancio arboreo di fine mandato, quasi un’offesa per chi – compreso, a questo punto, il nostro presidente del Consiglio – tali cose le prende sul serio.
Ora, dopo le elezioni comunali, abbiamo un nuovo assessore all’ambiente, che – stando alle dichiarazioni – considera la vicenda del Viale una priorità. Certo, cosa intende per priorità bisognerà appurarlo. Noi lo abbiamo ben chiaro e vogliamo rammentarlo anche al neo assessore.
Prioritari non sono solo gli abbattimenti strettamente necessari, relativamente ai quali ci sarà da capirsi sia per quanto riguarda il numero – stante la relazione del tecnico della Procura e la sollecitazione in ottica riduttiva rivolta dalla Soprintendenza al Comune – sia per le sostituzioni rigorosamente omogenee, sempre in base alle prescrizioni della Soprintendenza. Prioritario è non trasformare il viale in uno scenario post apocalittico, tipo il Parco del Virgiliano a Napoli, magari al solo scopo di rifare senza “intoppi” i marciapiedi. Prioritaria è innanzitutto la cura appropriata dei pini in generale e in particolare per il problema della cocciniglia tartaruga, esiziale se lasciata indisturbata, come sta accadendo adesso, ma facilmente eliminabile, per di più in maniera economica. In questo caso bisogna solo intervenire subito! Gli alberi se non sono curati e messi nelle condizioni di vivere e fare il loro lavoro – quello che la scienza non sa riprodurre ovvero rimuovere a basso costo e ad alta efficienza CO2 dall’atmosfera – muoiono e a quel punto sì, possono diventare pericolosi. Prioritaria, infine, dal momento che nulla è stato fatto finora, è proprio la cura dell’intero verde cittadino in una prospettiva volta finalmente a ritenerlo una risorsa e non un fastidio o un problema.
Ciò impone consequenzialmente una serie di passi improcrastinabili come la riorganizzazione del servizio di manutenzione secondo criteri di efficienza che richiedono l’individuazione di ditte all’altezza ma anche il ripristino del reparto interno dei giardinieri con personale altrettanto adeguato, l’anagrafe degli alberi comprensiva dell’elenco degli esemplari monumentali, la redazione di un serio e ragionato Piano del Verde, preliminare a qualunque intervento sensato, ma soprattutto la cura tempestiva e adeguata. Non ci si può nemmeno più appigliare alla scusa della mancanza di fondi, dal momento che i finanziamenti pubblici specifici sono sempre più numerosi, senza contare la possibilità di recuperare risorse dalla riduzione degli sprechi sempreverdi in alcuni settori della macchina comunale.
Che dire? Ci auguriamo che il nuovo assessore possa distinguersi nel rinnovamento della politica comunale del verde – che non può prescindere da un approccio collaborativo coi comitati e i cittadini che in questi anni da soli hanno combattuto una battaglia “bella” e giusta -, ponendo magari la prima pietra di un cambio di passo e di quello che potrebbe essere un vanto a livello nazionale, la riforestazione della città di Benevento.
Per quanto ci riguarda, – concludono – ci dichiariamo ben disponibili a confrontarci quanto prima con lui”.