“In Italia, dove la Costituzione sancisce il diritto ad essere curati, si moltiplicano situazioni di immenso disagio proprio per la salute delle persone e con sempre più frequenza si paventa la chiusura di ospedali o presidi periferici, ultimo quello di Sant’Agata de’ Goti. Volendo perciò dare voce a chi voce non ha,
auspichiamo:
che il parametro economico non sia il parametro decisivo per le scelte sulla salute dei cittadini;
che sia effettiva la solidarietà tra le Regioni in ordine alla salute dei cittadini;
che venga riequilibrato, in favore del pubblico e per la salute dei cittadini meno abbienti, il rapporto pubblico-privato;
che sia offerta una cura ancora più capillare alle persone che, a causa del reddito, sono propense a non curarsi più o a non curarsi abbastanza;
che la prevenzione sia capillare e rivolta a tutti, soprattutto a coloro i quali hanno più difficoltà a raggiungere i grandi centri;
che i territori che registrano maggiori sofferenze in ordine alla salute (soprattutto se a causa di inquinamenti che hanno origini in altre zone d’Italia o del mondo) o allo spopolamento vengano maggiormente tutelati;
che sia scritta nuovamente la “geografia” della salute, coinvolgendo i cittadini in tutti i dibattiti pubblici possibili: a tale proposito, crediamo vada valorizzata l’esperienza delle “Case della salute” – già efficacemente sperimentata in molte zone d’Italia – e reso maggiormente protagonista il medico di medicina generale, vera sentinella del territorio;
che le scelte politiche in ordine alla salute siano chiare e preventivamente discusse con i cittadini;
infine, che siano redatti report comprensibili a tutti, grazie ai quali valutare la bontà o meno delle scelte effettuate.
Il Signore Gesù, che ha preso su di sé le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie (Mt 8,17), è vicino a quanti soffrono: Lui stesso ci chiede di prenderci cura dei più deboli, portando i pesi gli uni degli altri (Gal 6,2), e di sostenere nel nostro cammino le membra più fragili.”