“La Carovana dell’acqua organizzata dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua giunge ad Avellino lunedì 18 ottobre alle ore 17.00 con una pubblica assemblea al Carcere Borbonico. Al fine di contrastare la privatizzazione dell’acqua nel Mezzogiorno, che vogliono realizzare attraverso il PNRR, intendiamo mettere in campo un rinnovato percorso di mobilitazione: una “carovana dell’acqua” che attraversi vari territori nei mesi di ottobre e novembre con una serie di iniziative collegate per concludersi il 20 Novembre a Napoli con un’iniziativa pubblica a carattere nazionale. L’assemblea di lunedì organizzata dal Coordinamento Campano Acqua Pubblica, è fortemente voluta dal Comitato ABC di Avellino e dal Comitato ABC di Benevento che saranno presenti”. Ne dà notizia Giuseppina Buscaino, referente Provinciale Coordinamento Campano Acqua Pubblica, che illustra l’iniziativa.
“Si discuterà dell’esclusione di grandi distretti del sud dai fondi del PNRR ( Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Un piano che è nato per favorire la coesione sociale invece diventa uno strumento di discriminazione del Sud. Motivo dell’esclusione è che secondo l’ARERA ( Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) bisogna superare il water service divide che sarebbe il divario che c’è fra nord e sud nella gestione dell’acqua. Se non verrà superato non erogheranno i finanziamenti. Secondo l’ARERA la gestione sarebbe più efficiente al nord dove grandi multinazionali gestiscono l’acqua e queste multinazionali hanno ottenuto i fondi del PNRR perché rispondono ai criteri imposti da ARERA. Tuttavia anche l’efficientissima azienda pubblica ABC di Napoli è stata esclusa. Quindi il sud dovrebbe uniformarsi al nord e privatizzare. Il motivo dell’esclusione sarebbe che non c’è stato l’ affidamento del servizio in alcune aree del Paese (Molise e Calabria, nonché la parte maggioritaria degli ambiti territoriali di Campania e Sicilia). La proposta che viene avanti prevede la costituzione di un gestore pubblico sovraregionale, partecipato da regioni e dallo Stato, che gestisca il servizio e introdotto con legge dello Stato. Un soggetto pubblico che potrebbe essere aperto agli operatori privati che operano bene, secondo loro, nel centro-nord con sostegno pubblico agli investimenti. Il privato ci deve guadagnare, non c’è niente da fare e prende i soldi dallo Stato anche se questa possibilità era stata cancellata dal secondo quesito referendario che dice che non si deve trarre profitto dall’acqua. Questa è una strategia ben più subdola di quella sconfitta dal referendum ( quando avevano imposto la data della privatizzazione) che favorisce i processi di fusione e aggregazione (come ad es. la società interregionale, prevista dall’ultima legge di stabilità, che creerà il mega acquedotto del Mezzogiorno d’Italia) tra aziende con protagonisti le 4 mega-multiutility – A2A, Iren, Hera e Acea – già quotate in Borsa, per competere sul mercato globale.
Secondo ARERA è necessario che vi sia la costituzione degli Enti di Governo di Ambito e l’ affidamento del Servizio Idrico Integrato a soggetti industriali. I soggetti industriali sono imprese orientate al profitto, proprio quello che il secondo quesito referendario aveva eliminato. Da 10 anni fanno rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta contro la volontà popolare. E’ come se dicessero, bene avete votato, ma adesso lo scherzo è finito e facciamo le cose serie. Pensano che i cittadini italiani siano stupidi e visionari e infatti anche il Ministero della Transizione Ecologica in una recente nota, ha comunicato che l’accesso alle risorse per gli interventi relativi al servizio idrico integrato è subordinato appunto alla costituzione degli Enti di Governo di Ambito e all’affidamento del Servizio Idrico Integrato a soggetti industriali adeguatamente strutturati. Quindi siamo sotto ricatto, o privatizzate o niente soldi. Il Forum dei Movimenti per l’Acqua invece mette in risalto il fatto che proprio dal Meridione può costruirsi una prospettiva diversa che parta dalle gestioni pubbliche come ABC Napoli e l’Azienda idrica dei Comuni Agrigentini – AICA, l’azienda speciale consortile dei Comuni della provincia di Agrigento di nuova costituzione.
Qui in Irpinia si aggiunge la questione del possibile fallimento di ACS e ci potrebbe essere il rischio della privatizzazione. I politici che ci impongono le loro leggi senza consenso, contro la volontà popolare sono potenti, ma noi li possiamo sconfiggere se siamo uniti nella difesa dell’acqua pubblica. Lunedì 18 ottobre al Carcere Borbonico parleremo di tutto questo con Padre Alex Zanotelli, gli esperti, i militanti e le associazioni, i sindaci”.