Le celebrazioni per il settecentesimo anniversario della morte di Dante. Il Sommo Poeta muore di malaria a Ravenna nella notte fra il 13 e il 14 settembre 1321 di ritorno da un ambasceria per conto dei Da Polenta, signori ravennati, presso la Repubblica di Venezia. Dante padre della lingua italiana, sebbene il primo a scrivere in “volgare”, cioè utilizzando un lessico che non fosse il latino, lingua delle istituzioni e della litutgia religiosa, fosse stato Cielo d’Alcamo. In Dante però si codifica la nuova eloquenza, la si polarizza in un luogo ben preciso, “dove il si suona”, in quella Toscana all’avanguardia delle dinamiche sociali ed economiche e dove anche l’evoluzione della lingua trova la sua sostanza.
Le interconnessioni tra Dante e la Campania, vedi Manfredi, Benevento, Virgilio, l’Averno ma anche Pier delle Vigne, “che aveva entrambe le chiavi del cor di Federigo”. L’assessore regionale al Turismo Felice Casucci e la intuizione “dantesca” del Premio Penisola Sorrentina, fil rouge della sua ventiseiesima edizione.