Oggi si celebra la seconda Giornata internazionale dell’aria pulita per i cieli blu promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità e UNEP/Programma per l’ambiente.
Questa giornata ha l’obiettivo di tracciare un percorso che converga su un programma tangibile e che porti a dei protocolli da parte dei governi, oltre che a sensibilizzare sempre l’opinione pubblica. L’attenzione all’ambiente per l’OMS è sempre molto alta e in questo caso ha pubblicato un report in cui vengono indicati i parametri di concentrazione di inquinanti ai quali le nazioni dovrebbero attenersi per proteggere la salute della popolazione.
Ogni anno i morti per le conseguenze dell’aria inquinata sono circa 7 milioni. Nel nostro Paese si contano ogni anno 50mila vittime per cause legate all’inquinamento, che provoca malattie respiratorie o tumori, e tra questi purtroppo non sono esclusi i bambini. Se pensiamo all’inqunamento atmosfrerico, la nostra mente ci riporta immediatamente a città trafficate e densamente industrializzate dove il livello di inquinanti è davvero alto e quasi tangibile. Ma ci sono realtà urbane, insospettabili, dove però il particolato che resta sospeso nell’aria è altrettanto nocivo. Si tratta di particelle di fibre artificiali e naturali, metalli, pollini,e altre sostanze che inevitabilmente finiscono nei nostri polmoni.
L’allarme arriva anche da Adaptation.it con l’ideatore e giornalista scientifico Marco Merola, che parla soprattutto di scelte sostenibili. “Quello che è necessario fare, e farlo al più presto, è adottare comportamenti più consapevoli, a cominciare dalla rimodulazione delle abitudini individuali. Si tratta di scelte politiche che possiamo fare quotidianamente, dall’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi al cibo che consumiamo, ai prodotti alimentari per finire ai capi d’abbigliamento. Di quello che indossiamo o che mangiamo, ne restano tracce nell’aria”.