Purtroppo – sottolinea Di Maria – almeno nel nostro Paese, una risposta efficace a fronte degli scempi di foreste e colture di eccellenza deve tenere conto di una molteplicità di fattori non solo logistici ed organizzativi, ma anche socio-economici a livello strategico sui quali mi pare non vi sia grande consapevolezza. È ovvio che la pubblica opinione sia spinta a credere che le Istituzioni debbano fare di più per combattere con maggiore efficacia gli incendi boschivi; ma io penso che non si rifletta abbastanza sul fatto che oggi gli Enti locali, soprattutto i Comuni, le Comunità montane, le Province, cioé gli enti di prossimità, si dibattono in gravissime difficoltà operative: molti Comuni, soprattutto i più piccoli, di fatto, oggi svolgono quasi soltanto la funzione di esattore e di bancomat per lo Stato. Per dirne una, in molti Comuni manca persino la figura del Vigile Urbano perché non si può assumere personale per sostituire quello andato in pensione: in questa condizione, non si capisce come si possano erogare servizi essenziali ai cittadini e al territorio.
Per tornare al problema specifico degli incendi boschivi, proprio nei giorni scorsi, ho chiesto al presidente e all’assessore all’Agricoltura della Regione Campania di sbloccare il “turn over” degli operatori forestali che svolgono Servizio Antincendio nei mesi estivi perché gli organici degli Enti delegati (Comunità Montane e Province) sono ridotti all’osso e, peraltro, il personale in servizio è sempre più avanti negli anni. Peraltro, lo stesso Corpo nazionale dei Vigili del fuoco lamenta carenze di organico e mezzi. Insomma – dice il numero uno della Provincia – occorrono a livello locale e nazionale più uomini e mezzi (in particolare: più Canadair). Sul profilo istituzionale, bisogna sottolineare come la carenza di servizi del territorio sia anche il frutto delle campagne degli anni scorsi di delegittimazione e di soppressione degli Enti locali di prossimità: è necessario investire la rotta degli ultimi due decenni ed investire di più e meglio per la sicurezza e la manutenzione del territorio. Più in generale, occorre riscoprire finalmente ruolo e funzione strategica delle aree rurali, collinari e montane: esse non sono affatto la palla al piede del Paese; al contrario, esse sono elementi trainanti della economia nazionale e, soprattutto, garantiscono aria pulita a tutti.