breaking news

Housing Capodimonte, tecnica di un fallimento

Housing Capodimonte, tecnica di un fallimento

15 Luglio 2021 | by Enzo Colarusso
Housing Capodimonte, tecnica di un fallimento
Attualità
0

E’ opportuno tornare a parlare dell’ housing sociale a Benevento, materia che è diventata centralissima al dibattito pubblico in questo momento delicato della campagna elettorale. Occorre  fare chiarezza e ricostruire tutto quanto è accaduto “ab urbe condita” fino ai giorni nostri. Il progetto parte nel novembre del 2012 quando Regione e Comune di Benevento stipulano la convenzione per l’attuazione del programma di housing che prevedeva la costruzione di 160 alloggi di edilizia popolare da allocare a Capodimonte. La convenzione si componeva di 14 articoli e all’articolo 4 sono registrati i numeri dell’operazione: 9.779.560 di quote di finanziamento stato/regione, 9.143.403 di attivazione di mutui fondiari agevolati attraverso il Fondo di Rotazione, 15.004.801 di quota di cofinanziamento del soggetto attuatore privato per un totale complessivo di 37.846.367. All’articolo 12 è invece riportato che gli obblighi della convenzione nei confronti di Comuni e soggetti attuatori hanno efficacia e perdureranno per 25 anni a partire dalla sua sottoscrizione. La Regione ha approvato tre progetti Avellino, Atripalda e per l’appunto Benevento e nell’agosto del 2015  l’allora IACP affidò all’Ati, associazione temporanea d’impresa, composta da Pessina Costruzioni e Rillo Costruzioni l’incarico per la realizzazione del progetto confermata dalla Regione nell’aprile del 2016. Con l’avvento dell’Amministrazione Mastella nel 2016 fu revocato l’incarico allo IACP per non precisati ritardi da parte dello stesso Iacp che però ha sempre contestato la decisione, mentre nel 2018 fu la Regione a modificare il finanziamento con relativa accettazione di Comune e Pessina Costruzioni. L’anno successivo venne meno Pessina, vuoi per il fallimento cui è andata incontro, vuoi per i ritardi nella firma del contratto e nel marzo del 2020, per finire, il settore Urbanistica comunica a Napoli l’urgenza e la necessità di una nuova gara per la rimodulazione del Programma, atto a firma del Dirigente Iadicicco, e che il Ministero per le Infrastrutture aveva espresso parere favorevole. Dietro questa richiesta, e siamo nel marzo del 2020, il  Comune in considerazione anche dell’avvenuta revoca dell’impresa aggiudicataria e cioè Pessina Costruzioni, e in forza anche “delle mutate condizioni che non corrispondono più alle esigenze dell’ente” chiede alla Regione la possibilità di inserire il progetto Housing nel più vasto Programma Unico di Interventi negoziato con “l’operatore economico selezionato con la gara di Dialogo Competitivo”. Questo operatore economico altri non è se non STAT , la società partenopea-milanese alla quale l’Amministrazione avrebbe voluto trasferire i fondi stato/regione per abbattere e ricostruire scuole e case popolari. Una sorta di riconversione in un disegno molto più articolato, un affare da oltre 300 mln di euro che avrebbe consegnato l’edilizia popolare nelle mani di speculatori il cui intento era di trasformare gli alloggi popolari in alloggi di livello molto più alto e rivenderli a prezzi ovviamente maggiorati oppure fittarli a condizioni certamente non consone a chi vive in case popolari. Il progetto STAT  viene alla luce anche grazie a qualche approfondimento della stampa e arriva anche in Commissione Lavori Pubblici incontrando il corale sdegno dei consiglieri comunali, una volta tanto concordi nel ritenere inaccettabile quella proposta del Dialogo Competitivo e anche il diniego del dirigente Perlingieri. A mandare tutto a monte in modo definitivo ci pensa il parere negativo della Regione. Il Comune non avvia la nuova gara d’appalto, come aveva annunciato a gennaio 2020, anche perchè Rillo Costruzioni rinuncia all’incarico dopo avere precedentemente accettato. Il resto è storia recente. La Giunta Regionale revoca, con decreto dirigenziale n.66 del 2 luglio 2021, i circa 12mln di euro del progetto e impone la restituzione di quasi 5 mln di euro a titolo di anticipazione alla Regione, che saranno dirottati a Salerno. Nella sua prima venuta a Benevento, il 5 luglio, il Governatore De Luca ebbe candidamente a dire, in una intervista, di non essere al corrente della revoca dei fondi ma che avrebbe fatto il possibile per aiutare l’edilizia popolare a Benevento. In una nostra ulteriore intervista al sindaco Mastella, silente fino a quel momento dopo 4 giorni di black out in cui a parlare è stato il solo dirigente Iadicicco,  Mastella stesso annuncia che l’assessore Discepolo assicurerà tutto il sostegno dell’Amministrazione regionale per rendere abitabili una parte dei sottotetti Iacp di Capodimonte. Discepolo vergherà anche un comunicato stampa a tal proposito. In conclusione, una storia che va avanti da dieci anni con rimbalzi di responsabilità tra l’Amministrazione Pepe e quella Mastella, che sistematicamente scarica ogni responsabilità su chi l’ha preceduta in un continuo esercizio di esenzione di ogni responsabilità, sia pur minima. In mezzo, ovviamente, i cittadini meno abbienti verso i quali occorrerebbe maggiore rispetto e considerazione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *