Questa è la riproduzione in scala di Santa Sofia e quest’altra è l’effigie di Arecchi II, il più famoso dei principi longobardi che ebbe il merito, “visionario”, di volere la costruzione nel 768 di un chiesa nazionale che nelle forme ricordasse la cappella palatina di Re Liutprando a Pavia e nel nome la sontuosa e maestosa Santa Sofia di Costantinopoli.
Quella effigie è o dovrebbe essere la stessa che il principe, prudente, inviò a Carlo Magno nel momento in cui l’imperatore ne richiese la presenza ad Aquisgrana. Mica fesso il principe…Oggi la sua ultramillenaria”creatura”, in origne a “pianta stellare”, summa maxima di mecenatismo e mirabile gusto architettonico, registra il decennale della iscrizione nel patrimonio Unesco insieme ad altre sei monumentalità di altre città “longobarde” sparse lungo lo Stivale e che fanno parte del sito seriale, “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere 568-774”. Benevento, capitale della Longobardia Minor, e il suo complesso monastico, di rara ed ineguagliabile bellezza e pregio artistico, autentico sacrario della “gens langobardorum”.
A Palazzo Paolo V la cerimonia del Decennale col sindaco Mastella e gli altri Primi Cittadini collegati da remoto, l’assessore regionale al Turismo Casucci, Monsignor Iadanza e la vulcanica Rossella Del Prete a fare da anfitrione.
Il rilancio in chiave turistica partendo proprio dai Longobardi. Ad avviso dell’assessore Casucci è un’occasione imperdibile per affrancare le zone interne da quella atavica sudditanza alla costa di cui tanto si ricerca l’abbattimento del gap.
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