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Al Fatebenefratelli di Benevento il primo pacemaker bicamerale invisibile

Al Fatebenefratelli di Benevento il primo pacemaker bicamerale invisibile

1 Giugno 2021 | by Redazione Bn
Al Fatebenefratelli di Benevento il primo pacemaker bicamerale invisibile
Attualità
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Presso l’Ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento è stato eseguito per la prima volta nel Sannio, e tra le prime in Campania, l’impianto di un pacemaker bicamerale leadless “senza fili”.

Il rivoluzionario dispositivo, una microcapsula delle dimensioni paragonabili a quelle di una moneta, apre le porte ad una nuova era della cardiostimolazione, rendendosi disponibile per un bacino molto ampio di pazienti grazie alla sua capacità di “ascoltare” il ritmo cardiaco e di sincronizzarsi con esso, riducendo il senso di fatica del paziente e supportandolo nelle attività di ogni giorno, anche quelle più complesse, senza alcuna limitazione.

L’intervento è stato realizzato dall’equipe di cardiostimolazione ed elettrofisiologia dell’U.O.C. di Cardiologia dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento, che si inserisce a pieno titolo tra i centri d’eccellenza in Italia.

La novità principale introdotta da questo nuovo device è quella di essere invisibile, poiché totalmente intracardiaco, e di non necessitare di alcuna incisione in quanto viene veicolato al cuore attraverso una semplice puntura e si ancora fermamente alla cavità ventricolare grazie a delle minuscole ancorette in metallo.

Da lì è in grado di stimolare il cuore ogni qualvolta sia necessario, riducendo il rischio di rallentamenti dell’attività cardiaca  che possono condurre a cadute, sincopi, o perfino alla morte del soggetto per arresto cardiaco.

Inoltre, grazie a sofisticati algoritmi, è in grado di garantire la corretta sincronia atrio-ventricolare proprio come il pacemaker tradizionale impiantato in regione pettorale, ma col vantaggio di essere pressoché esente dal rischio di infezione.

Infine, si riducono i tempi di recupero post-operatori; al mattino seguente il paziente può già camminare e muovere gli arti superiori senza alcuna limitazione, contrariamente al pacemaker tradizionale che richiede qualche giorno di “assestamento” della ferita e il cui ingombro sottocutaneo può risultare fastidioso soprattutto per chi pratica attività sportiva o esegue lavori manuali pesanti.

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