Potere al Popolo – Sannio esprime massima solidarietà e vicinanza ai lavoratori dello Stir di Casalduni senza stipendio da più di dieci mesi, e che si trovano in una situazione di estrema precarietà, senza prospettive di un impiego stabile e sicuro.
Chiediamo che le legittime proteste dei lavoratori – che rivendicano solo ciò che spetta loro a seguito del lavoro svolto – vengano finalmente ascoltate, con l’auspicio che il consueto immobilismo istituzionale e le onnipresenti promesse elettorali si convertano immediatamente in azioni per dare un minimo di dignità a chi lavora.
A tal proposito, condividiamo la nota, apparsa in mattinata sulla stampa, della FLAICA CUB a firma del segretario nazionale Marcelo Amendola e del delegato provinciale Pierino Mancini, che evidenzia le enormi responsabilità politiche legate alla mancata retribuzione dei lavoratori dello Stir.
L’ingiustizia a cui assistiamo è, se possibile, ancora più insopportabile se si considera che 10 mesi di arretrato corrispondono a circa €5.000 ad impiegato. Dunque, com’è possibile che non si trovino i soldi per pagare questi lavoratori, a maggior ragione visto l’irrisorio ammontare della spesa? Inoltre, come si può continuare a far lavorare dei lavoratori sottopagati senza nemmeno corrispondere loro lo stipendio pattuito? Infine, verrebbe da chiedersi se il pagamento dei compensi dei dirigenti locali segua le stesse dinamiche dei precari dello STIR o se il loro lavoro sia sempre puntualmente e degnamente remunerato.
Questa vicenda dimostra come sia necessario cambiare radicalmente la gestione dei rifiuti, visto il disastroso funzionamento dell’ATO, bloccato dagli interessi di mastelliani e PD: i due consueti blocchi di potere che impediscono alla nostra provincia di immaginare un futuro dignitoso che non costringa più le persone a doversene andare per poter sopravvivere.
È arrivato il momento di mobilitarci per mettere fine alla disastrosa amministrazione clientelare del nostro territorio ed in tal senso saremo accanto alle lavoratrici e ai lavoratori nel rivendicare il loro sacrosanto diritto di avere un lavoro ed un reddito stabile e dignitoso. ”