“Caro sindaco, ti ringrazio molto per aver pensato a me per il progetto della Dogana. Ma considerate le quotidiane polemiche sollevate dai professionisti locali, mi vedo costretto a rinunciare a questo piccolo seppur prestigioso incarico, sperando di riportare l’armonia della vostra comunità”. Suona pressappoco così la lettera inviata dall’archistar Massimiliano Fuksas al primo cittadino di Avellino per declinare l’invito a realizzare il progetto per il recupero funzionale della Dogana di piazza Amendola. Festa ne ha letto uno stralcio nel suo tradizionale video messaggio puntando il dito contro l’Ordine degli Architetti irpini e il suo presidente Erminio Petecca, rei a suo modo di vedere, di aver cominciato una campagna avversa ad un incarico assegnato sì in maniera diretta ma ad uno dei primi dieci professionisti del settore a livello mondiale. Diffide al Comune e per conoscenza all’Anac per bloccare l’affidamento del progetto e ora anche coinvolgendo l’Ordine Nazionale e per ultima l’Inarcassa, attraverso uno studio legale di Palermo. Evidente che di fronte a questa campagna mediatica avversa per un incarico da 290mila euro, una somma irrisoria per il suo studio, l’archistar abbia preferito rinunciare. Ma Festa non si dà per vinto e annuncia di voler convincere Fuksas a tornare sui suoi passi. E per questo chiede anche l’aiuto della comunità avellinese che potrà mobilitarsi attraverso i social o altro tipo di iniziative per chiedere al professionista di dare alla Dogana di Avellino il suo tocco inconfondibile. Tornando agli oppositori Festa parla di polemiche sterili ed incomprensibili e attacca Petecca: “Mostra mediocrità e frustrazione – dice -. Andasse a vedere come vengono assegnati gli incarichi in alcuni comuni della provincia – e cita Monteforte – dove a vincere sono gli studi che hanno al proprio interno membri del direttivo dell’Ordine degli Architetti di Avellino”. Insomma, per Festa, convinto della bontà dell’iter di assegnazione, la battaglia è tutt’altro che persa. Intanto, però, a livello d’immagine la città, ormai anche su questa diatriba balzata agli onori della cronaca nazionale, non sta avendo certo un bel ritorno.