Riceviamo e pubblichiamo nota stampa ‘Comitato Giu’ le Mani’:
“Non ci aspettavamo niente di meno!
Stando a quanto riportato dalla stampa locale, con la consegna della perizia di 350 pagine da parte dei consulenti tecnici della Procura sarebbe stato confermato quello che diciamo da sempre. E cioè che non era possibile che ben 132 pini del solo viale degli Atlantici, più altri 200 di via Pacevecchia e via Fratelli Rosselli, fossero diventati tutti improvvisamente pericolanti. Ma anche rifacendosi alla relazione redatta dal perito nominato dal Comune – dott. Cardiello -, che pure aveva già ridimensionato il numero monstre di 132 pini da eliminare riducendolo a 24 suscettibili di diventare 58 solo come gentile omaggio ai committenti, i conti a quanto sembra non tornano.
I 34 dell’immaginifica categoria C/D* giustamente non verrebbero proprio presi in considerazione nella relazione del prof. Colombo (consulente della Procura e ordinario di pedologia dell’Università del Molise), ma anche i 24 della categoria D si ridurrebbero a 15, comprendendo tra questi i pini più giovani, che purtroppo si sono seccati a causa di quella cocciniglia, per arginare la quale il Comune non ha adottato alcuna delle misure prescritte – questa volta sì – dalla Regione Campania.
Invece di assolvere ai propri doveri di tutela e manutenzione, l’amministrazione – e a questo punto bisognerebbe chiedersi il perché – ha cercato pervicacemente negli ultimi due anni di eliminare alberi monumentali con documentazioni risibili, instillando regolarmente nella popolazione un terrore ingiustificato e programmato. Talmente ingiustificato che, riguardo ai 12 pini abbattuti nel 2019, i ctu avrebbero messo nero su bianco l’insussistenza delle condizioni di urgenza asserite dall’agrotecnico comunale. Il tutto in un’area vincolata in quanto rientrante nel centro storico, ma anche in quanto corridoio ecologico e pertanto non assoggettabile a interventi invasivi come il “non progetto” del Comune: radere al suolo tutti gli alberi per “motivi di sicurezza”, senza alcun programma di sostituzione, e per facilitare il rattoppo a macchia di leopardo dei marciapiedi e del manto stradale.
Vista la figuraccia, il dirigente farebbe bene almeno a fare un mea culpa per quanto dichiarato finora e per la passività con cui ha dato esecuzione alla volontà politica della giunta. Idem dicasi per quel che riguarda il dirigente dell’epoca, attualmente sospeso.
Ma è il Comune tutto che dovrebbe fare finalmente ammenda, invece di continuare col disco rotto della sicurezza come fa l’assessore Giorgione, magari strumentalizzando la situazione pandemica per giungere per vie traverse al solito imperituro obiettivo dell’abbattimento.
La questione avrebbe richiesto fin dall’inizio spirito costruttivo e lungimirante, ma l’amministrazione ha preferito adottare un approccio negativo, cupo, caratterizzato da un totale disprezzo per la storia della città e per un bene importante come il viale, presentato come una sorta di luogo infestato da pericoli, svilito a mera viabilità al servizio di locali commerciali, residenze e uffici vari, magari concentrati nel nefasto progetto della Cittadella degli Uffici, in definitiva oppresso da autoveicoli, inquinamento e rifiuti.
In pratica si sono persi 4 anni preziosi per focalizzarsi in maniera rozza sull’abbattimento e sulla manutenzione di marciapiedi e sede stradale, quando il problema andava risolto organicamente fin dall’inizio, partendo dal presupposto che il viale è un monumento, un simbolo identitario della nostra città, un patrimonio prezioso, meritevole di un autentico progetto di riqualificazione, di cui la cura e la valorizzazione degli alberi sono elemento essenziale. Un progetto che lo faccia tornare a essere il salotto verde della città, di tutti e per tutti, in cui possano convivere una moderata attività commerciale insieme con la funzione residenziale e di fruizione del verde.
A questo proposito, acclarato che il problema vero non è rappresentato dai pini, sarebbe importante che anche i candidati sindaci chiarissero che futuro immaginano per il viale.”