La variazione dei codici Ateco nuova fonte di polemica in questa a dir poco convulsa stagione del covid. Le decisione di alcuni esercenti di riaprire i battenti, a dodici giorni scarsi dal, si spera, definitivo rompete le righe del 20 aprile, virus permettendo, è apparsa più che altro una provocazione nei confronti dei balbettii governativi, una sorta di fuga in avanti per testimoniare l’esistenza in vita messa in dubbio dalla profonda crisi in atto. A Benevento, lungo il Corso, molte le riaperture e molte anche le variazioni dei codici Ateco, vale a dire le regolamentazioni merceologiche che governano i vari settori. Per alcuni un atto di furbizia a detrimento di chi invece non ha ritenuto di farlo, una sorta di “mors tua vita mea”, un “si salvi chi può”. Siamo andati a chiedere lumi al presidente di Confesercenti Alviggi, se cioè fossimo in presenza di una manovra all’italiana, tanto per capirsi. Nulla di tutto ciò. Alviggi spiega con dovizia l’iter necessario per aggiornare i codici Ateco secondo le regole.
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