L’Amministrazione Comunale di Calvi concederà la cittadinanza onoraria a Patrick George Zaki, l’attivista e ricercatore universitario che il regime militare de Il Cairo ritiene un pericoloso dissidente e tiene in stato di detenzione dal 7 febbraio del 2020 presso il carcere di massima sicurezza di Tora, pochi chilometri a sud della capitale egiziana, e nel quale è stato detenuto anche l’ex presidente Mubarak. Nei confronti di Zaky l’accusa è quella di “istigazione al rovesciamento del Governo e della Costituzione” per aver pubblicato notizie false con l’intento di disturbare la pace sociale, per aver incitato proteste contro l’autorità pubblica, per aver utilizzato i social network per minare l’ordine sociale e la sicurezza pubblica e per aver istigato alla violenza ed al terrorismo”. In stato di detenzione Patrick Zaky è stato sottoposto a tortura suscitando lo sdegno della comunità internazionale. Il 1º ottobre 2020 ventisei europarlamentari italiani hanno scritto una lettera all’ambasciatore italiano in Egitto Cantini, in cui definiscono Patrick Zaki “innocente” e “prigioniero di coscienza”, e chiedono che l’ambasciata italiana faccia tutti i passi possibili e con fermezza chieda al governo egiziano la liberazione di tutti coloro che in Egitto subiscono il carcere con l’accusa “strumentale” di terrorismo ma in realtà subiscono violenze solo a causa delle loro opinioni e del loro lavoro in favore dei diritti umani”. Il sindaco Rocco, accogliendo la richiesta di Marco Vassalotti, giornalista di origini calvesi e autore del libro “Voglio solo tornare a studiare #freepatrick”, ha fatto proprio il sentimento della comunità calvese di conferire la Cittadinanza onoraria al giovane attivista.
“Rappresenta un piccolo gesto ma dal grande significato: lottare per i diritti politici, i diritti individuali, la libertà di pensiero e di espressione. La nostra iniziativa, dice Rocco, è un attestato di vicinanza a Zaky, nella fattispecie, ma anche un segnale di solidarietà e vicinanza nei confronti di tutti coloro che, in molte Nazioni con governi dittatoriali e antidemocratici, vengono ingiustamente detenuti e condannati in quanto anche semplicemente sospettati di far parte di associazioni e movimenti che si battono per i diritti civili e politici”.