L’incendio sabato scorso dell’auto del dirigente Iadicicco. Un fatto inquietante su cui la Polizia sta indagando e che potrebbe condurre a ipotesi tenebrose se si accertasse la natura dolosa del rogo. Meglio, allora, pensare ad un corto circuito benchè lo stesso Iadicicco abbia ammesso che l’auto fosse stata sottoposta a controlli e fosse in ottimo stato di manutenzione, quantunque non nuovissima. Autocombustione? Difficile pensarlo in Africa figuriamoci a queste latitudini e in questa stagione dell’anno ma tutto è possibile. Possibile anche che si sia potuto trattare di un attentato incendiario commesso in pieno centro cittadino, a pochi metri da quella Piazza Risorgimento che si vuole trasformare col bando periferie. Se così fosse sarebbe un fatto di gravità assoluta. Ma è bene attendere, ovviamente, gli sviluppi delle indagini. Nel frattempo Gabriele Corona e Altrabenevento intervengono su quianto accaduto. “Iadicicco, in questo periodo, è impegnato per la riqualificazione delle Periferie; i progetti per il PICS; la revisione del progetto ex INPS; gli Housing Sociali; la sanatoria per il Burrificio; la riqualificazione delle aree edificatorie. L’interessato continua a precisare che probabilmente si tratta di un corto circuito, ma questa tesi non convince ed infatti gli arrivano diversi messaggi di solidarietà. Tra questi c’è anche quello di Francesco Nardone, responsabile delle relazioni istituzionali di Futuridea che attraverso Facebook indirizza ad Antonio Iadicicco (membro dello staff della stessa associazione) un “abbraccio per il vile gesto”. Difficile immaginare che Nardone possa apostrofare come vigliacco un corto circuito. Iadicicco ha ringraziato gli amici, ha ribadito “le indagini chiariranno se si tratta invece di un corto circuito. … Mi piace pensare che sia così” ma poi ha aggiunto “ringrazio il vicequestore Tranquillo per lo scrupolo con cui sta conducendo le indagini e soprattutto per avermi rassicurato sulla sua presenza nell’opera di normalizzazione che io e i colleghi dirigenti stiamo conducendo, insieme all’amministrazione in carica, nel nostro servizio verso una città che fino ad oggi non ha conosciuto e rispettato regole. Dai dehors alla depurazione, dagli impianti pubblicitari agli impianti sportivi, agli immobili comunali”. Si tratta di una dichiarazione molto grave!
Il dottore Tranquillo è il dirigente della Digos che certamente sta svolgendo indagini approfondite, ma non si capisce in che modo il funzionario di polizia potrebbe “rassicurare” Iadicicco nella “opera di normalizzazione” che gli amministratori e i dirigenti del Comune starebbero “conducendo”. Ancora più grave l’altra affermazione del dirigente comunale, “questa città fino ad oggi non ha conosciuto e rispettato le regole”, con chiaro riferimento alla gestione amministrativa dell’Ente. Iadicicco, che ancora non ha chiarito come e quando si è dimesso dall’incarico di progettista del palazzo Lumode sul terminal bus e come mai è stato assunto a dicembre 2018 ma ha firmato sette mesi dopo la dichiarazione sulla “assenza di motivi di inconferibilità e incompatibilità dell’incarico”, ritiene che solo grazie a lui e all’amministrazione Mastella la legalità sta trionfando. Anche questa vaneggiante e sconnessa dichiarazione fa parte della campagna di propaganda del sindaco per la attribuzione di ogni responsabilità, anche di carattere penale, a “quelli di prima”. Ma un dirigente pubblico non può fare affermazioni tanto gravi senza produrre gli atti conseguenti. Iadicicco deve denunciare fatti, lo deve fare formalmente assumendosi le relative responsabilità, come abbiamo fatto noi varie volte indipendentemente dal colore politico delle amministrazioni. Siamo curiosi di sapere cosa pensano di queste dichiarazioni, gli avvocati Raffaele Del Vecchio e Cosimo Lepore, che sono stati potenti assessori per molti anni, prima che cominciasse l’opera di legalizzazione di Mastella, il sindaco “avversario” che adesso sostengono a spada tratta”.