La decisione della Energreen di ricorrere al Tar nei confronti dell’Asi a causa dell’opposizione dell’azienda di sviluppo industriale di Benevento all’ipotesi di costruzione del biodigestore a Ponte Valentino. La notizia riporta coi piedi per terra chiunque abbia pensato che la questione si fosse archiviata con la sola dichiarazione contraria delle autorità politiche ed istituzionali e la relazione tecnica dell’Unisannio. In realtà la conferenza dei servizi a Napoli non ha mai ammainato bandiera ed ora si dovrà attendere la decisione del Tar cui si è rivolta la società che nell’operazione investirebbe circa 45 mln di euro. La virata di questa vicenda eterna ha scatenato la polemica politica. Il presidente Barone, dal suo profilo fb, si dice sereno e pronto a replicare, anche in un dibattito pubblico e televisivo, a coloro che lo hanno attaccato. Gli fa eco Città Aperta, i consiglieri comunali di opposizione Di Dio e Delli Carri, che invocano un Consiglio comunale ad hoc. ” Venga in Consiglio Comunale a chiarire come sono andate le cose, se ci sia stato un incontro con l’attuale assessore regionale Morcone, fino a qualche mese fa presidente di Green Energy, e se sono state esposte al Prefetto Morcone le ragioni della contrarietà all’intervento, o, viceversa, ne è stata incoraggiata la fattibilità”. Anche l’ex assessore all’Ambiente Reale, ora tra i dirigenti di Forza Italia e in opposizione a Mastella, entra nel contraddittorio. ” Nel mio intervento sul biodigestore ho semplicemente evidenziato che per difenderci da potenziali aggressioni e minacce di impianti sovradimensionati rispetto alle esigenze del territorio e quindi altamente impattanti servirebbe completare il ciclo rifiuti provinciale. Nè più né meno”. Insomma, ogni cosa in questo momento contribuisce ad alimentare la contrapposizione politica. Tutti contro a difendere la vocazione agroalimentare dell’indotto industriale ma qualcuno ha pur dovuto aprire le porte all’azienda torinese. Resta poi da decifrare l’ambiguo atteggiamento dello stesso Morcone. Ai nostri microfoni si affrettò a liquidarci sostenendo di non essere più parte di quell’azienda ma lo è stato fino ad agosto scorso e da presidente e immediatamente prima di andare a sedersi sullo scranno assessoriale. Troppe cose non quadrano. Non quadra il pilatismo di De Luca che si affrettò a sostenere la contrarietà della politica ma l’assoluto rispetto del responso tecnico. Responso che si è espresso attraverso la voluminosa relazione dell’Unisannio, 95 pagine, che ha ritenuto non idoneo il luogo dove andare a costruire l’impianto. Nonostante tutto questo ora si dovrà attendere il verdetto del Tar e d’altra parte il biodigestore è una montagna di quattrini…