Ogni anno in Italia sono oltre 50mila le morti premature dovute all’esposizione eccessiva ad inquinanti atmosferici come le polveri sottili, gli ossidi di azoto e l’ozono troposferico. Oltre alla perdita di vite umane, questo fenomeno ha anche riflessi da un punto di vista economico: parliamo di diverse decine di miliardi all’anno tra spese sanitarie e giornate di lavoro perse. Lo afferma Legambiente nel suo report Mal’Aria sulle città italiane. Proprio il capoluogo irpino, con 78 sforamenti di Pm10, nel 2020 è risultato il peggiore in tema di qualità dell’aria nel centro-sud. Da qui il sit-in dell’associazione ambientalista, presente con la presidente regionale Maria Teresa Imparato, attivisti e lo striscione “Ci siamo rotti i polmoni” davanti alla Prefettura per chiedere un intervento concreto. Al prefetto, Paola Spena, è stato consegnato il dossier e rivolta l’istanza di prendere un’iniziativa fattiva per intervenire sulla problematica.