Prima Crotone, seconda Vibo Valentia, terza Napoli. E’ la poco esaltante classifica delle province italiane con il piu’ alto indice di permeabilita’ alla criminalita’ organizzata.Classifica stilata dall’Eurispes nel quadro del Protocollo di intesa siglato con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. L’indice, elaborato sulla base di 19 indicatori, misura la”vulnerabilità e l’appetibilita’” dei territori: nella ‘top ten’ figurano tre province calabresi (Reggio Calabria è quarta), tre campane (oltre a Napoli, Caserta quinta e Benevento decima. Le province meno esposte alle mafie si trovano in Lombardia e
Friuli-Venezia Giulia. Evidente la polarizzazione geografica della permeabilità tra Nord e Sud del Paese. I valori più alti dell’indice sono misurati per le province del Mezzogiorno, mentre nel Nord-Est si trovano i valori più bassi. I valori sono localmente concentrati,le province confinanti tendono ad avere valori simili, ma al contempo il fenomeno è presente su tutto il territorio nazionale: non esistono, di fatto, zone di non permeabilità mentre le aree più esposte coincidono sostanzialmente con quelle dell’arretratezza economica e sociale. Tra le province più virtuose, che hanno visto diminuire il valore dell’Ipco c’è Bolzano che è la migliore. In linea generale, “la permeabilità alla criminalità al Sud principalmente dovuta alla vulnerabilità sociale”, quella del Nord “è legata principalmente alle possibilità speculative e di profitto”. “Non è l’arretratezza socioeconomica che genera le mafie, ma sono le mafie che causano l’arretratezza. Senza le mafie il nostro Paese sarebbe il primo paese al mondo”. Le parole del procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, nel corso del suo intervento alla presentazione della ricerca svolta dall’Eurispes.