C’erano davvero tutti alla Rocca per il tavolo plenario sul ciclo integrato dei rifiuti che in provincia di Benevento appare sempre materia appesa ad un filo. Samte, Asia, Asi, Ato, l’eterno Godot, Confindustria, Regione Campania per fare il punto della situazione, sotto l’occhio attento di Nicola Boccalone e del Presidente Di Maria. Un clima costruttivo, forse inquisitorio nei confronti dell’Ato che non ha ancora prodotto il piano industriale che Iacovella e Romito promettono per gli inizi del prossimo anno e che solleverà la Provincia da una materia che dal 2016 la vede non più parte integrante ma tuttavia è costretta a farsene carico con tutti i rischi delle circostanze. Un tavolo che ha prodotto due effetti importanti. Il primo è il no secco e non negoziabile al biodigestore a Ponte Valentino, per cui Confindustria ha negato in modo indifferibile l’ingresso nel suo novero a Energygreen, cui ha fatto eco lo stesso sentimento dell’Asi. Barone, il presidente del distretto industriale, ha però aggiunto che la lacunosità dei regolamenti permette l’inserimento dei privati che sui rifiuti intendono fare profitti a scapito del territorio chiamando in causa la Regione Campania.
Regione che ha portato al tavolo notizie forti riguardo all’impiantistica: una rielaborazione dei finanziamenti per la messa a punto di stir e siti di discarica con il ricnoscimento dei fondi di perequazione come spiega il Presidente Di Maria al nostro microfono.
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