Attualmente sono 212 i vaccini contro il Covid-19 in fase di studio, ma di questi soltanto 11 hanno superato le tappe fondamentali e ad oggi due sono sotto la lente di ingrandimento per validarne l’efficacia. Stiamo sentendo parlare spesso dei vaccini realizzati dalla Pfizer Biontech e il Moderna, entrambi basati sulla tecnica dell’Rna messaggero. I vaccini in via di sperimentazione si dividono in 4 gruppi:
quelli che utilizzano particelle virali di Sars-CoV-2 inattivate, potenzialmente in grado di suscitare la risposta immunitaria.
Esistono vaccini che utilizzano virus innocui, modificati geneticamente: Sono di questo tipo diversi vaccini: tra cui quello di di AstraZeneca, in collaborazione con l’Università di Oxford e l’italiana IRBM.
Ci sono poi vaccini che utilizzano direttamente la proteina “spike” di Sars-CoV-2, e infine
i vaccini che utilizzano Rna codificante per la proteina “spike”: l’Rna è protetto e portato all’interno delle cellule umane attraverso delle microvescicole lipidiche. Un importante vantaggio di questi vaccini rispetto agli altri è che si possono produrre in modo molto più veloce. Sono di questo tipo proprio quelli approntati da Pfizer/BioNTech e di Moderna, i due vaccini giunti allo stadio finale.Ora si sta valutando la sicurezza del vaccino, che è un parametro fondamentale probabilmente anche più della stessa efficacia. Le ultime notizie in merito, riferiscono novità sul vaccino anti-Covid dell’università di Oxford, Irbm e Astrazeneca che sarebbe ben tollerato, soprattutto negli anziani per i quali indurrebbe una protezione immunitaria simile a quella vista nei giovani adulti. Le conferme arrivano dai risultati della fase 2 della sperimentazione, pubblicati sulla rivista Lancet, condotta su 560 adulti sani, di cui 240 con più di 70 anni.Pfizer ha annunciato che il suo vaccino è efficace al 90% mentre Moderna sostiene che il suo vaccino è efficace al 94,5%.