Riceviamo e pubblichiamo nota stampa di Filcams Cgil su vertenza Centro servizi per il Volontariato:
“Continuano gli atti ritorsivi, discriminatori e persecutori a danno delle tre lavoratrici del Centro Servizi per il Volontariato Irpinia-Sannio. Le “dissenzienti”, come sono state denominate dal Centro, stanno pagando a caro prezzo il non aver ceduto al ricatto dell’Associazione, il non aver abbassato la testa, il non essersi piegate alla volontà del “padrone”, termine più appropriato per qualificare la dirigenza del CSV, che ricordiamo a tutti essere un’Associazione del Terzo Settore, che non ha come scopo quello di produrre utile, ma fornire consulenze alle oltre 400 Associazioni di Volontariato che ne fanno parte.
Oltre alla punizione della collocazione in cassa integrazione a zero ore per le sole tre dipendenti – che ad oggi non hanno ancora visto un centesimo e sono senza retribuzione dal mese di luglio 2020 (nonostante ci fossero tutte le condizioni per l’anticipazione dell’ammortizzatore da parte del CSV), punizione dovuta al fatto di non aver firmato il contratto novativo proposto, peggiorativo delle condizioni contrattuali in essere, e di non aver firmato la conciliazione ai sensi degli artt. 410 e 411 c.p.c. che prevedesse la rinuncia a tutti i diritti pregressi acquisiti – perdurano azioni ritorsive e persecutorie nei loro confronti.
Al rientro a lavoro, alle lavoratrici è stato modificata unilateralmente l’articolazione dell’orario di lavoro part-time, senza tener conto minimamente quali potessero essere le esigenze delle stesse, con un grave pregiudizio in ordine alla compatibilità dei tempi di vita e dei tempi di lavoro, atteso che le stesse oltre ad essere delle lavoratrici, sono anche delle mamme, mogli, si occupano della cura della casa… ma forse all’Associazione questi “particolari” sfuggono ed è certamente poco sensibile a tali tematiche!
A ciò si aggiunge anche la mancata corresponsione del rimborso IRPEF, derivante dalla dichiarazione 730 dei redditi 2019, nei confronti della “ex Direttrice di Avellino”; condotta chiaramente discriminatoria in quanto a tutti gli altri dipendenti il rimborso è stato regolarmente corrisposto!
Altro fatto gravissimo è il rigetto della richiesta di “smart working” per due lavoratrici, sussistendone tutti i presupposti di legge, in quanto appartenenti alla categoria dei “lavoratori fragili” una, e con figli al di sotto dei 14 anni l’altra. Riteniamo che la motivazione del CSV per il rigetto della domanda, perché “incompatibile con i carichi di lavoro”, sia un’affermazione di cui si fatica a comprenderne fino in fondo il significato, dal momento che alcun carico di lavoro è stato assegnato al rientro delle lavoratrici, e considerando che tale strumento è stato adottato nel periodo marzo/giugno 2020, periodo in cui in Campania non si registrava una così ampia curva di contagi come in questo difficile momento.
Pertanto, la risposta dell’Associazione è ancora una volta assolutamente pretestuosa, non curante della salute dei propri dipendenti, che li espone a gravissimi rischi, oltre che irrispettosa delle prescrizioni previste dall’ultimo DPCM.
Prendiamo atto che non c’è mai stata una reale volontà o possibilità, da parte del CSV, di raggiungere soluzioni condivise relativamente alla gestione di questa delicata vertenza. Nessuna delle nostre proposte è stata mai considerata o ritenuta elemento reale di discussione.
Dal canto nostro continueremo a non indietreggiare di fronte al rispetto dei diritti e alla dignità della persona e dei lavoratori. Andremo avanti, con la stessa tenacia e continueremo a denunciare, come stiamo facendo, in ogni sede competente i soprusi e le ingiustizie che si stanno perpetrando a danno delle lavoratrici.
Crediamo, anche, che sia opportuna una presa di posizione delle Associazioni del volontariato che aderiscono al CSV, le quali certamente, anche tenendo conto della loro finalità, non possono condividere questi atti del Centro che, oggettivamente, rischiano di adombrare un impegno rivolto a migliorare le condizioni dei cittadini ai quali esse si rivolgono. In tal senso, invitiamo tali Associazioni – che ringraziamo anticipatamente – ad intervenire nella vicenda delle lavoratrici del CSV Irpinia-Sannio, a difesa delle stesse, nei modi e nelle forme che riterranno più opportuni.”[