Il comunicato della senatrice Ricciardi in merito al sistema di depurazione della città di Benevento è intriso di inesattezze ed ingiustificate dichiarazioni acrimoniose nei confronti dell’Amministrazione Comunale che mal si addicono a chi ha l’onore di sedere nei banchi del Senato della Repubblica. La vicenda della mancanza di un sistema di depurazione a servizio della nostra città è stato uno dei primi punti nell’agenda del sindaco Mastella che, poche settimane dopo il suo insediamento, è riuscito ad ottenere dalla Regione Campania che non andasse perduto il finanziamento di circa 9 milioni di euro che altri avevano messo a rischio. Subito dopo l’Amministrazione si è occupata dell’individuazione del sito del depuratore in quanto quello precedentemente individuato si era dimostrato non idoneo, essendosi completamente allagato a seguito dell’esondazione del fiume Calore durante l’alluvione del 15 ottobre 2015. Va ricordato che la scelta del sito avvenne in stretta collaborazione con l’Autorità di Bacino del Liri, Garigliano e Volturno oggi Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale.
Successivamente alla nomina del Commissario Straordinario di Governo per la Depurazione (Prof. Rolle) che, è opportuno precisarlo per chi ha memoria corta, ha avocato a sè sia la procedura relativa alla progettazione che quella inerente la gara per la realizzazione dei lavori, il Comune di Benevento ha fornito il suo contributo al tavolo tecnico a cui siedevano, oltre al Commissario, l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, l’Ente Idrico Campano e la Gesesa (quale gestore del servizio idrico integrato per la città di Benevento).
Nelle more dei lavori del suindicato tavolo tecnico il sindaco Mastella sensibilizzava e compulsava (cosa che avrebbero dovuto fare i parlamentari di maggioranza, segnatamente quelli del Movimento 5 Stelle) il Ministro all’Ambiente dal quale otteneva l’impegno ad un finanziamento governativo che consentisse, unitamente a quello regionale ed ai fondi comunali, la effettiva realizzazione del depuratore per la città di Benevento.
Conclusi i lavori del tavolo tecnico insediato presso la struttura commissariale (dal quale emergeva la opportunità di realizzare anziché un unico grande depuratore tre depuratori, di diversa portata, per i quali venivano individuati anche i relativi siti), nella conferenza stampa del dicembre 2019, a cui partecipavano il Commissario Straordinario di Governo per la Depurazione, la rappresentante dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale ed il sindaco di Benevento, venivano annunciati i tempi tecnici stimati necessari per la progettazione dell’impianto e l’inizio dei lavori. A tal proposito è deplorevole che un senatrice della Repubblica voglia stravolgere la realtà ed accusare il sindaco di aver fatto “pomposi annunci”, cercato di “stupire con effetti speciali”, aver voluto “autoincensarsi”. La tempistica è stata avallata dal Commissario Straordinario, persona seria e preparata, che non aveva nessun interesse a raccontare fandonie.
Se, poi, i tempi della gara di progettazione si sono dilatati, se dopo l’aggiudicazione uno dei partecipanti ha proposto ricorso avverso la valutazione che ha portato ad aggiudicare la gara, se, in poche parole, i tempi si sono allungati, la colpa non può essere certo imputata all’Amministrazione Comunale, assolutamente estranea a questa fase procedurale.
Una cosa è certa l’Amministrazione Mastella ha posto in essere tutto quanto era nelle sue possibilità per affrontare e risolvere una problematica, quella della depurazione, che attanaglia da sempre la nostra città senza che mai nessuno sia riuscito a risolverla. Ed è grazie a questo impegno, a questo sprone, che tutti gli attori interessati alla vicenda hanno compiuto quanto necessario per la risoluzione della stessa.
Quello che è mancato è stato proprio il contributo dei parlamentari di maggioranza, in particolare di quelli pentastellati, che pur avendo un “governo amico”, si sono limitati a qualche sporadico comunicato, come quello della senatrice Ricciardi, che se da un lato è servito/serve a farne ricordare l’esistenza in vita sul proscenio politico, dall’altro ne dimostra la pochezza dell’agire volto esclusivamente a denigrare l’avversario senza alcun vero costrutto per la risoluzione di problematiche che attanagliano quella comunità a cui dovrebbero essere grati per averli premiati con un consenso che i fatti stanno dimostrando essere stato mal riposto.